Samsung Galaxy S3 copia Siri con S Voice?

Samsung sfida Apple lanciando il proprio Siri, ovvero S Voice. Ma il servizio è fin troppo somigliante, per non dire identico, a quello di iPhone 4S.
Samsung sfida Apple lanciando il proprio Siri, ovvero S Voice. Ma il servizio è fin troppo somigliante, per non dire identico, a quello di iPhone 4S.

Il lancio del Samsung Galaxy S3 ha fatto storcere il naso a più di un appassionato della Mela, date le somiglianz con il mondo di iOS. Tra un servizio clone di iTunes Match e l’adozione di una variante di AirPlay, la funzione che sicuramente ha fatto più discutere è S Voice. L’azienda coreana, di conseguenza, copia la simpatica Siri di Apple?

S Voice non è altro che la controparte Android, sviluppata appositamente per Samsung Galaxy 3, di Siri. In altre parole, è un assistente vocale intelligente, capace non solo di comprendere letteralmente i comandi dell’utente, ma anche di capirne il senso. Lanciata ieri alla conferenza di presentazione a Londra come una feature “innovativa”, in realtà S Voice sembra essere tutto fuorché questa innovazione originale. Sul palco, infatti, si è data molta enfasi al fatto che S Voice sia in grado di rispondere a domande complesse, quali “Ciao Galaxy, come sarà il tempo oggi a New York?”. Non ricorda nulla questa frase?

Non serve chissà quale dietrologia per capire come S Voice assolva agli stessi compiti di Siri, e nemmeno chissà quale esperto per comprendere come gli esempi presentati siano gli stessi che per mesi hanno fatto capolino sugli spot Apple. A rincarare la dose ci pensa però Cult Of Mac, che ha deciso di mettere a confronto alcune schermate del software: la somiglianza fra i due rivali non è solo a livello di funzioni, ma anche di interfaccia grafica. Stessa chat a nuvolette, stesse tabelle meteorologiche e, addirittura, il logo del servizio è pressoché identico.

Certo, S Voice assolve a dei compiti a cui Siri non è ancora debitamente istruita, come il supporto alla lingua italiana, la possibilità di svegliare il dispositivo dallo stand-by con la voce o avviare applicazioni di terze parti. Per il resto le peculiarità sono assolutamente sovrapponibili: cercare informazioni, ottenere direzioni geografiche, verificare il meteo, prendere appunti, inviare SMS, aprire note e calendario e tutti gli altri skill cui Siri ha abituato l’utenza dallo scorso ottobre.

È innegabile che Siri abbia determinato un nuovo paradigma di mercato, riportando in voga i comandi vocali quando tutti i produttori avevano deciso di rinunciarvi, ed è quindi normale che spopolino le più svariate alternative. Perché, tuttavia, lanciare un servizio come innovativo, quando in realtà appare solo il clone – con le dovute migliorie – di uno già esistente?

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