Tim Cook rifiuta RSU per 75 milioni di dollari

Apple ha deciso di pagare ai propri dipendenti dividendi con RSU, ma Tim Cook ha rifiutato la propria parte, pari a 75 milioni di dollari.
Apple ha deciso di pagare ai propri dipendenti dividendi con RSU, ma Tim Cook ha rifiutato la propria parte, pari a 75 milioni di dollari.

Apple ha ufficialmente dichiarato di voler pagare i dividendi ai propri dipendenti con RSU, con azioni pagate a 2,65 dollari l’una. Tim Cook ha però rifiutato la sua parte, ovvero ha deciso di non incassare ben 75 milioni di dollari aggiuntivi.

I RSU sono le Restricted Stock Units, ovvero quelle azioni che normalmente vengono concesse a tutti gli impiegati come incoraggiamento per proseguire il lavoro con l’azienda. Tim Cook possedeva 1 milione di RSU per un valore complessivo di 75 milioni di dollari, ma nonostante abbia incassato molto denaro dai titoli AAPL negli ultimi mesi grazie all’ottima crescita registrata dalla Mela a Wall Street, ha deciso di compiere un gesto interessante rifiutando la propria parte. Di seguito un estratto del comunicato diramato da Cupertino:

«Su richiesta del signor Cook, nessun elemento appartenente alle sue RSU verrà pagato come dividendo. Assumendo un valore di 2.65 dollari per azione nel corso del periodo di maturazione dei suoi 1.125 milioni di elementi vincolati, il signor Cook ha rinunciato a circa 75 milioni di dollari di dividendi.»

I pagamenti ai dipendenti verranno effettuati dallo staff di Cupertino a partire dall’1 luglio 2012. La notizia non arriva a sorpresa perché, circa due mesi fa, Apple aveva reso noto di voler spendere parte del proprio denaro – ovvero una quota pari a 100 miliardi di dollari in totale, tra buypack e dividendi – per distribuire incentivi ai propri impiegati. In quell’occasione, era stato proprio Tim Cook ad annunciare la novità tramite le seguenti parole:

«Abbiamo usato una parte del nostro denaro per fare grandi investimenti in ricerca e sviluppo, per le acquisizioni, per l’apertura di nuovi negozi retail, per migliorare la nostra infrastruttura e per le spese relative alla catena di approvvigionamento. Nonostante ciò abbiamo un bottino di guerra sufficiente per le nostre attività strategiche, per cui abbiamo avviato un programma di riacquisto delle azioni e la distribuzione di un dividendo.»

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