ACTA: altro secco NO dall'Europa

La Commissione Europea ha chiesto ufficialmente al Parlamento di non adottare l'ACTA. È il quinto no di seguito per il trattato USA sulla contraffazione.
La Commissione Europea ha chiesto ufficialmente al Parlamento di non adottare l'ACTA. È il quinto no di seguito per il trattato USA sulla contraffazione.

Il trattato internazionale sulla contraffazione e la pirateria meglio noto come ACTA, è stato bocciato dalla quinta commissione parlamentare europea chiamata ad esprimersi sull’argomento. L’Inta, che si dedica alla regolamentazione del commercio internazionale, ha raccomandato al Parlamento di non approvare questo trattato. Peggio di così, per l’ACTA, non poteva andare.

Costituita da membri del Parlamento Europeo, questa commissione ha dato parere negativo (19 contro, 12 a favore e nessuna astensione) su questo trattato, aprendo anche una conferenza stampa per entrare nel dettaglio. In pratica, non c’è nessun vero organismo pre-voto a Strasburgo pronto a scommettere su questo trattato, che si trova pertanto sempre più ad avere un solo sostenitore politico, oltreoceano: gli Stati Uniti. I quali, però, assai difficilmente potrebbero adottarlo, visto che un trattato internazionale adottato da una sola nazione non ha alcun significato. Quindi che succederà?

In una data compresa fra il 3 il 5 luglio il Parlamento sarà chiamato a esprimersi e, a meno di clamorosi colpi di scena, per l’ACTA il destino sembra segnato. Persino il portavoce della commissione ha scritto un breve comunicato con un tono platealmente sollevato per l’esito del voto, coerente con il Garante della protezione dei dati (al quale molti si sono riferiti per non causare problemi politici ad un organismo impegnato a promuovere la propria formula, continentale, per la protezione dei dati entro un quadro di garanzia delle libertà individuali).

Un colpo mortale, forse, per il trattato, che non è mai stato lasciato “solo”: molte associazioni, gruppi di pressione, hanno tenuto costantemente informati i deputati e portato documentazione e pareri contrari all’ACTA, spingendo per un “no” puntualmente arrivato. Un esempio di lobbying no-profit di successo, che ha vinto su quella dell’industria e della stessa Commissione Europea generale, preccupata dei rapporti economici e diplomatici con Washington. Quindi, se Strasburgo ride, Bruxelles piange. E L’ACTA si avvia verso la definitiva bocciatura.

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