AGCM: Google va verso il monopolio

L'antitrust vede una possibile deriva monopolistica per Google nell'advertising e nella distribuzione di contenuti editoriali online.
L'antitrust vede una possibile deriva monopolistica per Google nell'advertising e nella distribuzione di contenuti editoriali online.

Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), ha espresso, in occasione della relazione annuale al Senato sulle attività dell’Authority, serie preoccupazioni circa la posizione di Google sul mercato. Quel che l’AGCM sottolinea, è il fatto che siano necessari nuovi parametri di valutazione per i grandi attori del Web che vanno conquistando il mercato, poiché la loro posizione egemonica si sta rapidamente trasformando in monopolio a grave ostruzione potenziale per la regolare concorrenza in settori quali quello dell’advertising.

La relazione spiega il punto di vista dell’Authority sul mercato odierno e traccia le linee guida per ridefinire le modalità di analisi del contesto odierno, così da poter giungere a conclusioni differenti in virtù di un nuovo modo di procedere e di analizzare le singole posizioni delle aziende nel mirino. Nella presentazione della relazione, Pitruzzella ha usato Google come capro espiatorio per illustrare il proprio punto di vista: «I motori di ricerca come Google e i cosiddetti social network ormai costituiscono un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web e Google, avvalendosi di questa posizione, si è posto l’obiettivo di divenire protagonista assoluto nel mercato della raccolta pubblicitaria. Nel giro di pochi anni, Google potrebbe diventare monopolista in questo mercato».

Onde prevenire tale possibilità, l’AGCM intende muoversi preventivamente per dotarsi degli strumenti necessari con cui agire nel caso si avessero avvisaglie della deriva che va delineandosi:

L’assenza di regole adeguate rischia di marginalizzare l’industria editoriale, nonostante i significativi investimenti per realizzare processi di integrazione multimediale. Per questo, unitamente a una più generale riflessione sulla struttura del mercato della raccolta pubblicitaria, volta ad assicurare la più ampia diffusione del pluralismo, ritengo che vada nella giusta direzione ogni proposta volta a inserire nel novero delle attività ricomprese nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) quelle svolte da operatori fornitori di contenuti, gestori di portali, motori di ricerca, social network, che competono con gli editori tradizionali nell’attività di vendita degli spazi pubblicitari agli inserzionisti.

Rivedere il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) significherebbe rivedere le basi di valutazione del potere di mercato delle aziende che operano nel settore editoriale, il che potrebbe mettere nuova pressione su Google in virtù dei nuovi processi di calcolo potenzialmente adottati.

Un attacco formale indiretto, insomma, ma del tutto chiaro e sostanziale: l’AGCM ha avvertito Google del fatto che il mirino si è posato su Mountain View e che in prospettiva le maglie potrebbero stringersi attorno ad un gruppo che oggi è divenuto elemento fondamentale negli snodi economici e strategici per il mondo dell’editoria.

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