Digitale terrestre in Sicilia: switch-off completato, futuro in HD

Con lo switch-off della Sicilia l'Italia è passata al digitale terrestre, nel futuro un'offerta multicanale e diversi contenuti in alta definizione
Con lo switch-off della Sicilia l'Italia è passata al digitale terrestre, nel futuro un'offerta multicanale e diversi contenuti in alta definizione

Il 4 luglio 2012 è una di quelle date storiche per la televisione italiana. Con l’ultimo switch-off, quello che ha visto lo spegnimento del segnale analogico dai ripetitori di Monte Pellegrino e che ha avuto per protagonista l’area di Palermo città e di alcuni comuni limitrofi, si conclude infatti un percorso che ha portato l’Italia, regione dopo regione, ad abbandonare la vecchia televisione, quella che l’aveva accompagnata fin dal 1954 (anno in cui partirono le prime trasmissioni ufficiali), per abbracciare il digitale terrestre: tecnologia che, seppur con qualche limite strutturale rispetto ad altre piattaforme digitali, ha consentito di portare nelle case degli italiani un’offerta televisiva notevolmente migliorata sia in termini di quantità che di qualità audio-video.

Ci troviamo quindi di fronte a un passaggio epocale per la televisione, un vero e proprio spartiacque capace di incidere per sempre sulle abitudini degli utenti, portandoli ad avere un’offerta di canali gratuiti passata dalle otto o nove emittenti nazionali di qualche anno fa alle oltre settanta attuali (la copertura varia ovviamente da zona a zona), che andranno ad accontentare con la loro programmazione diversi gusti e diversi tipi di pubblico, comprendendo canali per bambini e per il pubblico femminile, canali sportivi e canali incentrati su serie TV e film.

Il passaggio al digitale terrestre non ha cambiato solamente le possibilità di fruizione del pubblico, ma ha catapultato milioni di famiglie nell’era del digitale, un’era in cui è bene tenere in mente che l’evoluzione è costante e rende obsoleto in pochi anni quanto appare attuale oggi e lo fa molto più velocemente di come avveniva con l’analogico, una tecnologia rimasta invece sostanzialmente immutata a distanza di oltre cinquant’anni.

Per dare un’idea di come viaggiano veloci le novità in ambito digitale basti pensare al prossimo passaggio, quello che vedrà protagonista l’introduzione del cosiddetto “digitale terrestre di seconda generazione”. Questa espressione descrive il DTT che sfrutta le potenzialità dello standard DVB-T2 (Digital Video Broadcasting-Terrestrial 2), l’evoluzione del DVB-T usato per il digitale terrestre odierno di cui Europa 7 prima e la Rai adesso hanno già avviato le prime trasmissioni (nel caso della TV di stato si tratta di prove tecniche sperimentali che saranno riservate al mux 5 attivato in alcune zone specifiche).

Con l’introduzione del DVB-T2 si apriranno nuove possibilità, dato che a parità di banda trasmissiva impiegata si potrà avere una qualità notevolmente superiore, dando così modo di lanciare un’offerta in alta definizione più o meno estesa anche sul DTT superando così i limiti imposti dallo standard attuale, il quale non concede molto spazio sui multiplex per la trasmissione di canali HD che richiedono, a differenza di quelli standard, un bitrate più alto. Allo stesso tempo, ed è questa la cosa che più di ogni altro infastidirà i consumatori, il nuovo standard non è retro-compatibile, cioè non è possibile con un decoder o un televisore con decoder integrato DVB-T ricevere i canali modulati secondo lo standard di seconda generazione.

Questo comporterà ovviamente la sostituzione obbligatoria (per chi non vorrà rinunciare ai canali che nel tempo saranno trasmessi nel nuovo standard, ma va notato che il DVB-T sarà usato ancora per molti anni ed è lontano da una sua completa sostituzione) dei decoder e dei televisori acquistati negli anni scorsi, i quali saranno in grado di ricevere solamente i canali del DTT attualmente trasmessi. A dire il vero già oggi diversi modelli di ricevitori e TV (solitamente modelli di fascia alta) sono dotati di sintonizzatori compatibili con il digitale terrestre di nuova generazione, mentre dal 2015 la distribuzione sul mercato di apparecchi compatibili sarà obbligatoria per legge.

Nel frattempo, per chi non volesse rinunciare ai canali HD gratuiti sul DTT, sono in arrivo interessanti novità legate alla riorganizzazione di alcuni multiplex dopo il completamento dello switch-off. Al canale Rai HD, diffuso da tempo sul mux 4 della Rai, si aggiungeranno dal 17 luglio Canale 5 HD (al numero 505) e Italia 1 HD (alla posizione 506), cioè le versioni in alta definizione in simulcast dei due principali canali generalisti di Mediaset, che troveranno posto rispettivamente sul mux Mediaset 2 e sul mux Mediaset 5.

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