Wikileaks vince contro Visa e Mastercard

Il tribunale islandese di Reykjavik ha sentenziato la vittoria di Wikileaks nella causa contro Visa e Mastercard: hanno agito illegalmente.
Il tribunale islandese di Reykjavik ha sentenziato la vittoria di Wikileaks nella causa contro Visa e Mastercard: hanno agito illegalmente.

Wikileaks vince la prima battaglia legale contro i due colossi Visa e Mastercard: il tribunale di Reykjavik ha infatti sentenziato l’illegittimità delle azioni dei due gruppi, che nel 2010 hanno interrotto i servizi di pagamento del sito di Julian Assange. Per tale motivo dovranno procedere entro le prossime due settimane al ripristino dei servizi, altrimenti verrà loro applicata una sanzione di 5.000 dollari al giorno fin quando non regoleranno la propria posizione.

Trattasi di una notizia di fondamentale importanza per il progetto di Julian Assange, come sottolineato dall’avvocato Andri Sveinsson: «questo è un buon giorno per la libertà d’espressione. Se la Valitor deciderà di ricorrere in appello sarà per motivi politici e non legali». La Valitor è il referente islandese di Visa e Mastercard. Anche Assange si è dichiarato soddisfatto dalla sentenza della Corte: «è una vittoria molto importante contro il tentativo di Washington di mettere a tacere Wikileaks». Un tentativo che, ai tempi, scatenò la guerra attorno a Wikileaks chiamando in causa anche le azioni degli Anonymous.

Il partner locale di Visa e Mastercard sarà dunque obbligato a rimuovere il blocco ai finanziamenti di Wikileaks, ma Valitor ha già reso noto di voler ricorrere in appello. Il giudice di Reykjavik ha deciso che la società ha violato i termini contrattuali stipulati con l’organizzazione di Julian Assange: le transazioni effettuate con i noti circuiti di pagamento sono state gestite in Islanda ed è per tale motivo che è tale tribunale ad essersi occupato in primis del caso.

Decisioni analoghe sono però attese dalle cause che avranno luogo a breve in Danimarca e in Belgio, e Julian Assange si è dichiarato fiducioso: «Non riusciranno ad imporci il silenzio. La censura economica è censura. È sbagliata, soprattutto perchè avviene al di fuori della legge. Ad uno ad uno, tutti quelli che sono coinvolti nella censura di Wikileaks si ritroveranno nella parte sbagliata di questa storia».

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