Lo spettro dell'ACTA in una consultazione pubblica

Le consultazioni pubbliche in sede europea stanno alimentando qualche sospetto: dietro formule strane, sembra tornare l'ACTA.
Le consultazioni pubbliche in sede europea stanno alimentando qualche sospetto: dietro formule strane, sembra tornare l'ACTA.

Una domanda sorge da alcuni blogger sempre attenti alle vicende legate a SOPA e ACTA: e se le consultazioni pubbliche tanto in auge a Bruxelles fossero un escamotage per ottenere le stesse cose in modo diverso? Se il disegno di legge americano, pare, è andato definitivamente in soffitta, nel vecchio continente l’ACTA potrebbe tornare sotto mentite spoglie: quelle di un’originale forma di volontarismo. È questa la denuncia partita da Techdirt: un pizzico di malizia ed una acuta analisi per un mix di osservazioni destinate a rialzare l’allarme attorno alla questione.

L’argomento è per fini esperti di diritto, ma si può semplificare: nel quadro delle normative sul copyright che l’Europa Unita vorrebbe redigere in forma collaborativa con le communities, sembra esserci un disegno. Nella prima consultazione (qui) sul diritto commerciale, intitolata genericamente a un Internet aperto e pulito, l’intenzione reale sembra invece quella di abbattere le copie non autorizzate dei contenuti protetti. O quantomeno sembrerebbe essere quest’ultimo il focus ultimo dell’operazione.

Il trucco è quello sollevato di recente dallo scoop sulla RIAA (l’industria musicale americana), che ha rivelato come la strategia futura delle lobbies sarà quella di stimolare un’interpretazione allargata della DMCA che responsabilizzi i provider in forma preventiva, extragiudiziale.

Spingendo per ottenere la collaborazione volontaria degli stakeholders, l’EU sarebbe tentata, secondo Monica Horten di IPtegrity, di far sparire i contenuti illeciti «basandosi sulla paura dei fornitori di servizi che, se non sono d’accordo con questo approccio si troveranno responsabili per le attività illecite dei loro clienti».

Questo approccio sarebbe confermato, secondo questo punto di vista, dall’altra consultazione, che va sotto il nome astruso di Codice per un effettivo Volontariato Aperto: principi di progettazione per l’autoregolamentazione e coregolamentazione e altre azioni multistakeholder (PDF). Dietro un innocuo invito a collaborare si celerebbe, però, una strategia per ottenere alcuni scopi dell’ACTA, come ad esempio superare gli attuali ostacoli normativi sulla responsabilità penale dei fornitori di servizi internet.

Tuttavia, secondo molti commentatori, quando la Corte di Giustizia Europea si pronuncerà, a breve, sulla compatibilità o meno di ACTA con il diritto europeo (esito quasi scontato), anche questi tentativi subiranno un brusco arresto.

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