Città intelligenti? Trasporti intelligenti

Per essere smart, le città puntano molto sui trasporti pubblici e privati per ridurre l'impatto ambientale, abbassare i costi e snellire il traffico.
Per essere smart, le città puntano molto sui trasporti pubblici e privati per ridurre l'impatto ambientale, abbassare i costi e snellire il traffico.

Inseguire un modello di Smart City significa essere in grado di gestire vari aspetti riguardanti il territorio, la popolazione e l’economia, come ad esempio il settore dei trasporti. Nel mondo sono diversi gli esempi di applicazioni intelligenti della tecnologia per migliorare la gestione del traffico urbano, riducendo l’impatto ambientale, snellendo i tempi necessari ad attraversare la città ed abbassando i costi di gestione e manutenzione delle infrastrutture. Le idee in tal senso non mancano, sia per quanto concerne il trasporto privato che quello pubblico.

Il traffico cittadino

Una delle principali problematiche legate al popolamento delle città è sicuramente l’incremento del numero di automobili e, dunque, l’aumento dell’inquinamento atmosferico prodotto dai gas di scarico. A Stoccolma la soluzione adottata per risolvere tale problema è fortemente improntata all’uso delle tecnologie informatiche, grazie ad un’apposita rete di sensori e strumenti di comunicazione in grado di estrapolare una serie di informazioni utili ad organizzare al meglio il traffico cittadino. In questo modo, quindi, l’amministrazione della città ha potuto varare un piano in grado di scoraggiare l’uso delle automobili in determinati periodi, applicando una tariffa per il transito in particolari zone urbane.

Il risultato è stato quindi un sensibile aumento nei fondi a disposizione di progetti volti a rendere la città sempre più smart, una notevole riduzione delle emissioni di CO2 (gli ultimi dati parlano di un importante -18%) così come un maggiore uso da parte dei cittadini di veicoli ibridi. Inoltre, secondo le statistiche, gli ingorghi nei principali nodi urbani si sarebbero dimezzati, migliorando di fatto anche la qualità della vita per i cittadini della capitale svedese. Il che, nell’epoca in cui il BIL (Benessere Interno Lordo) sta iniziando a sostituire il PIL (Prodotto Interno Lordo) nelle considerazioni della politica e dell’economia, non può che rappresentare un forte incentivo a perseguire negli intenti con nuovi investimenti.

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Sulla stessa scia si è collocata la città di Portland, negli Stati Uniti, vincitrice nel 2010 di un premio dedicato alle città più sostenibili degli USA. Grazie ad una gestione intelligente delle tecnologie a disposizione, la città è riuscita in sei anni a ridurre le emissioni di CO2 in maniera significativa, diminuendo contemporaneamente il traffico nelle zone urbane maggiormente congestionate.

A Los Angeles, invece, è stato attuato un piano simile a quello realizzato nella città di Pisa: il quartiere di Hollywood è stato infatti popolato da sensori presenti sotto l’asfalto in grado di migliorare l’efficienza nella gestione dei parcheggi per le auto, permettendo ad esempio di conoscere i posti liberi nelle proprie vicinanze, di pagare mediante smartphone, di modificare le tariffe a seconda delle necessità e di fornire alle autorità strumenti utili per combattere violazioni in tale campo. Il tutto, inoltre, con chiari benefici in termini di impatto ambientale, consentendo ai cittadini di dirigersi subito al posto auto più vicino alla propria posizione senza compiere inutili (costose, tediose ed inquinanti) ricerche.

A Lisbona, così come in altre diverse città del mondo, sono stati invece implementati sistemi intelligenti per la gestione dei semafori, riducendo al minimo i tempi di attesa agli incroci e riducendo notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. I semafori, inoltre, sono stati sostituiti da lampade a basso consumo energetico dette ELV, le quali funzionano a 48 volt invece che a 200, riducendo di fatto i consumi energetici per il loro funzionamento.

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Il trasporto pubblico

Le tecnologie a disposizione al giorno d’oggi possono chiaramente essere utilizzate anche nel campo dei trasporti pubblici. Nella città olandese di Groningen, ad esempio, ogni mezzo pubblico è dotato di un sistema di localizzazione mediante GPS ed è collegato ad un network di comunicazione che consente di ottenere una serie di informazioni e di scambiare messaggi tra i vari nodi. L’amministrazione locale ha quindi promosso lo sviluppo di applicazioni destinate a dispositivi mobile che possano utilizzare tali informazioni in combinazione con apposite API per fornire ai cittadini dati in tempo reale sugli autobus, incentivando di fatto l’utilizzo del trasporto pubblico.

A Curitiba, in Brasile, sono state create strade dedicate esclusivamente al trasporto pubblico, con autobus in grado di circolare evitando il traffico dei nodi principali della città. Grazie ad una collaborazione con Volvo sono stati creati inoltre mezzi pubblici in grado di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale, secondo alcune stime circa del 42%. Negli USA, poi, l’obiettivo è quello di eliminare totalmente l’impatto ambientale per quanto concerne il trasporto pubblico ed in tal senso è in fase di sperimentazione un sistema per la ricarica di autobus elettrici in grado di fornire l’energia sufficiente per un viaggio tra due capolinea in soli 10 minuti: tale iniziativa sta registrando risultati positivi in California ed altri stati, facendo ben sperare per il futuro.

La linea comune è quella della gestione intelligente degli input e delle risorse: il monitoraggio della realtà consente una migliore gestione della stessa ed in entrambi i processi la tecnologia va ad interpretare al meglio la pulsione che l’innovazione ispira.

Condividere i mezzi di trasporto

Oltre al trasporto pubblico, un’alternativa all’uso delle automobili può essere certamente l’utilizzo delle biciclette. In tal senso, uno dei paradigmi più diffusi al mondo è quello del bike sharing, letteralmente “condivisione di biciclette”: numerosi comuni hanno messo a disposizione dei propri cittadini una serie di punti di accesso a bici pubbliche da noleggiare per determinati periodi di tempo, con tariffe vantaggiose, sistemi di pagamento elettronici piuttosto efficienti ed una fitta rete di nodi ove è possibile sia prelevare che restituire una bici.

Da Barcellona a Londra, da Lione a Milano, sono migliaia le città nel mondo che hanno strizzato l’occhio al bike sharing, con chiari benefici sia per l’ambiente che per le casse delle amministrazioni locali. Tale realtà (grazie ai piccoli investimenti necessari ed a procedure ormai rese standard) sta ormai capillarmente penetrando realtà anche minori, ove il traffico limitato consente mobilità a due ruote ancor più semplice e piacevole, e rappresenta pertanto una delle avanguardie del vivere la città in modo “smart”. Il bike sharing, per certi versi, assume addirittura un valore simbolico oltre che utilitaristico: è l’emblema migliore ed il simbolo più potente di un nuovo modo di pensare i trasporti e per tale motivo si fa portatore di valori che vanno oltre la sola pedalata sostitutiva allo spostamento in automobile.

Un altro paradigma che rapidamente si sta diffondendo a livello mondiale è invece quello del car pooling. Il principio di base è lo stesso del bike sharing, ovvero la condivisione di una risorsa utile a più cittadini, benché con un approccio leggermente diverso. Ad essere condivisa in questo caso è un’auto, messa a disposizione dal rispettivo proprietario a tutti coloro che intendono partecipare al progetto e che necessitano di raggiungere la stessa destinazione: più persone utilizzano quindi lo stesso mezzo, riducendo il numero di auto complessivamente presenti sulla rete stradale urbana, riducendo i costi pro capite per il trasporto ed abbassando i livelli di inquinamento ambientale.

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