Dagli USA i circuiti elettronici biodegradabili

Alcuni ricercatori statunitensi hanno realizzato circuiti solubili in acqua: presto potrebbero giungere sensori biodegradabili per applicazioni mediche.
Alcuni ricercatori statunitensi hanno realizzato circuiti solubili in acqua: presto potrebbero giungere sensori biodegradabili per applicazioni mediche.

L’elettronica potrebbe presto vivere una nuova piccola rivoluzione: un team di ricercatori statunitensi ha infatti dimostrato la possibilità di realizzare piccoli circuiti elettronici biodegrabili, i quali possono essere facilmente smaltiti in brevi periodi di tempo. Tali circuiti sono infatti solubili in acqua e si prestano dunque a possibili applicazioni in campo medico, potendo fungere da soluzioni temporanee per il monitoraggio dei pazienti senza richiedere una seconda operazione per la rimozione dei sensori.

Utilizzando alcuni conduttori solubili e sottili strati di silicio, i ricercatori hanno quindi realizzato alcuni prototipi dimostratisi pienamente funzionanti. Durante i propri esperimenti, ad esempio, hanno potuto monitorare lo stato di un’infezione in una cavia animale direttamente dall’interno della stessa, utilizzando un apposito circuito di rilevazione dissoltosi poi nei liquidi dell’animale nei tempi previsti. Oltre a svolgere l’importante ruolo di soluzione temporanea e non invadente, tali circuiti riducono inoltre il problema dell’impatto ambientale legato alla produzione ed alcun consumo di componenti elettronici.

«Sin dai primi giorni dell’industria elettronica, un obiettivo principale è stato quello di costruire dispositivi in grado di sopravvivere per sempre» ha dichiarato il Prof. John Rogers dell’Università dell’Illinois, responsabile del progetto. «Ma se pensiamo alla possibilità opposta, ovvero dispositivi realizzati per scomparire in maniera controllata e programmata, allora nuove opportunità di applicazioni potrebbero porsi dinanzi ai nostri occhi». L’alto livello di biodegradabilità di tali circuiti li rende difatti perfetti per svariati settori, non per forza strettamente connessi al campo medico, ma più in generale al monitoraggio in senso lato.

Al momento, uno dei principali ostacoli da superare è quello legato alla possibilità di determinare a piacere il periodo di vita di tali dispositivi: in alcuni settori potrebbero infatti essere sufficienti poche ore o al più giorni, mentre in altre potrebbero essere necessari anche alcuni anni, rendendo quindi indispensabile la creazione di un sistema in grado di allungare a piacere la permanenza dei circuiti all’interno del corpo ospite. Una volta risolto tale problema potrebbe quindi essere avviata una fase di produzione su piccola scala, modificando poi la fabbricazione a seconda delle risposte fornite dal mercato.

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