Agenda Monti e Agenda Digitale

All'interno dell'Agenda Monti trova spazio anche un breve ma significativo accenno all'Agenda Digitale: molti i punti affrontati, molti i dubbi relativi.
All'interno dell'Agenda Monti trova spazio anche un breve ma significativo accenno all'Agenda Digitale: molti i punti affrontati, molti i dubbi relativi.

L’Agenda Monti, quella con cui l’ex-Presidente del Consiglio ha annunciato la propria possibile ri-discesa in campo, è stata pubblicata online. Un sito ufficiale, un PDF da scaricare ed una immagine che taglia definitivamente i nastri alla campagna elettorale. L’Agenda Monti è il manifesto programmatico a cui i vari partiti e movimenti in via di formazione potranno aderire nel caso in cui vogliano appoggiare la candidatura di Monti alla Presidenza del Consiglio. E fin da subito l’Agenda Monti diventa l’opuscolo più cercato d’Italia, poiché determinerà in buona parte il futuro, politico e non, del paese.

L’Agenda Monti (pdf) comprende un accenno all’Agenda Digitale: poche righe all’interno di un documento ben più concentrato su altre tematiche, poche righe nelle quali si addensano una moltitudine di concetti che la candidatura avrà il dovere di sviscerare ed approfondire durante l’avvicinamento alle urne. In poche righe una moltitudine di intenzioni (che i candidati trasformeranno in promesse), ma l’assenza di un vero e proprio progetto di realizzazione.

Poche righe, al tempo stesso, all’interno di un documento che non ambisce certo a portare avanti la matrice del programma elettorale, ma soltanto quella di un indirizzo che altri dovranno interpretare, far proprio e concretizzare nel dialogo con gli elettori:

Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo. Invito tutti coloro che siano interessati a leggere il documento a condividerlo e a commentarlo con spirito critico, portando il loro contributo di idee e di proposte.

Poche righe, quelle sull’Agenda Digitale, che scelgono una linea di continuità tra quel che è stato fatto e quel che si farà:

Italia 2.0: l’Agenda digitale

Nel corso dell’ultimo anno sono state messe in campo varie misure per colmare il ritardo accumulato dall’Italia nello sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie ICT. Sono state introdotte misure per favorire la più rapida digitalizzazione della pubblica amministrazione, in modo da ampliare il numero di cittadini che interagiscono con gli uffici pubblici attraverso internet, ad esempio per ottenere fatturazioni, certificati o procedure anagrafiche o per pagare servizi come i ticket sanitari. Sotto la guida della Cabina di regia istituita dal Governo si sono fatti progressi nell’attuazione dell’Agenda digitale italiana, che fissa una serie di obiettvi e di azioni da attuare entro il 2020. Occorre continuare il lavoro avviato e rafforzarlo lungo i quattro assi delle connessioni infrastrutturali a banda larga e ultra larga, delle smart communities/smart cities, della introduzione dell’approccio “open data” rendendo tutti dati della pubblica amministrazione accessibili e scambiabili online, la diffusione del “cloud computing”, la nuvola dei dati, per unire e condividere dati provenienti da più istituzioni e dell’e-government, rafforzando gli incentivi per l’utilizzo di tecnologie digitali nei processi amministrativi per fornire servizi ai cittadini.

Questi i punti toccati dall’Agenda Monti nell’inserto dedicato all’Agenda Digitale:

  • digitalizzazione della pubblica amministrazione
  • digital divide e maggior focus sulla banda larga
  • smart city
  • open data
  • cloud computing

Poche righe da cui nascono spontaneamente una moltitudine di domande: come digitalizzare la pubblica amministrazione oltre quanto posto in essere dalla riforma introdotta dall’ex-ministro Brunetta? Come superare il digital divide e consentire un investimento in infrastrutture nel momento in cui manca il denaro per incentivi dall’alto su di un settore congelato da decenni? Come credere realmente in smart city ed open data quando il taglio dei costi sembra avere priorità rispetto a qualsiasi spinta al cambiamento, alla trasparenza ed all’innovazione? Come migrare al cloud computing pachidermiche infrastrutture statali spesso difficili da smuovere rispetto alla consuetudine, ai clientelismi ed a status quo consolidati anche nel modo di comprendere l’informatica e la sua presenza nei pubblici uffici?

Poche affermazioni facilmente condivisibili, ma in grado di scatenare una molteplicità di punti interrogativi. Ma del resto la campagna elettorale è iniziata soltanto da poche ore, con una scossa importantissima sul panorama politico nazionale e con tutto il tempo per maturare le risposte prima che una croce su di un simbolo schieri la nazione da una parte o dall’altra.

 

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