Una petizione per il riconoscimento dei DDoS

Gli hacktivisti chiedono a Obama di riconoscere gli attacchi DDoS come forme legali di protesta. Una proposta seria, oppure un'altra burla?
Gli hacktivisti chiedono a Obama di riconoscere gli attacchi DDoS come forme legali di protesta. Una proposta seria, oppure un'altra burla?

Il gruppo Anonymous, gli hacktivisti più famosi del mondo, hanno formulato una petizione per chiedere alla politica americana di riconoscere gli attacchi DDoS (distributed denial-of-service: una tecnica molto diffusa per mandare in down un sito) come forma di protesta legalmente riconosciuta. Sembra la storia di chi voleva chiedere il permesso per fare la rivoluzione, ma è tutto vero. Basta visitare la sezione petizioni del sito whitehouse.gov per leggerla. Molto lontana dalle 25 mila firme necessarie, la petizione è comunque da registrare come un tentativo inedito di normalizzare i cyber attacchi considerandoli alla stregua di una manifestazione di piazza o di uno sciopero.

Il concetto alla base della petizione aiuta a chiarire un concetto fondamentale: i cracker non si ritengono hacker e viceversa. Per questo, se l’obiettivo di un attacco ai server di un sito è un gesto simbolico che passa, eventualmente, anche da un danno causato consapevolmente verso un obiettivo, non è ascrivile banalmente all’hacking:

Il DDoS non è come una qualsiasi forma di hacking, in alcun modo. Equivale a pigiare ripetutamente il pulsante di aggiornamento di una pagina web. In questo senso, non è diverso da qualsiasi “occupy”. Invece di un gruppo di persone all’esterno di un edificio intente ad occupare l’area, altre persone davanti ai loro computer occupano un sito al fine di rallentare (o impedire) un servizio di quel particolare sito web per un breve periodo.

Teoria interessante, che sta facendo discutere, non tanto per la filosofia no-hacking, ma per la concreta differenza che farebbe per chi adopera questo strumento di protesta e lotta: chi è stato incarcerato per aver partecipato ad un attacco DDoS dovrebbe, secondo i firmatari, essere immediatamente rilasciato. La petizione chiede anche che questa azione sia cancellata dal casellario giudiziario.

Difficile che a Washington si mostrino molto sensibili sull’argomento: prima di separare i loro destini, Anonymous ha sostenuto Julian Assange, uno dei nemici pubblici della Casa Bianca, e giusto poche settimane fa ha condotto un’operazione anti-israeliana per rappresaglia contro i missili a Gaza.

E c’è pure il sospetto che questa petizione sia una versione ancora più subdola e raffinata della ormai celeberrima richiesta di costruire una Morte Nera, la famosa stazione spaziale imperiale della saga di Guerre Stellari. Insomma, la petizione pro-DDoS potrebbe essere uno scherzo, anche se non è affatto la cosa più stupida letta nella sezione We The People del sito della Casa Bianca.

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