Nuove speranze per lo storage molecolare

Dal MIT giungono importanti novità per lo storage molecolare, il quale potrebbe funzionare anche a temperatura ambiente.
Dal MIT giungono importanti novità per lo storage molecolare, il quale potrebbe funzionare anche a temperatura ambiente.

Il settore dell’archiviazione dati su supporti digitali potrebbe presto vivere una nuova rivoluzione. Quest’ultima potrebbe giungere grazie allo storage molecolare, un nuovo paradigma basato proprio sull’utilizzo di singole molecole per immagazzinare informazioni. Una tecnologia, questa, che fino ad oggi ha offerto ampie potenzialità mai sfruttate a causa della necessità di temperature prossime allo zero assoluto (circa -273° C). Dal MIT in questi giorni è giunta tuttavia notizia di nuovi progressi in tale campo, i quali potrebbero condurre alla realizzazione di supporti basati sullo storage molecolare in grado di funzionare a temperature sensibilmente più elevate.

Il principio di funzionamento di tale tecnologia è relativamente semplice: depositando un sottile strato di molecole di un materiale realizzato proprio per l’archiviazione di informazioni (un composto di atomi di carbonio e zinco) tra due strati di elettrodi ferromagnetici, infatti, è possibile assistere a variazioni nella conduttività dei materiali utilizzati. Nello specifico, un dispositivo realizzato in tal modo può offrire due diversi livelli di conduttività, i quali vengono utilizzati dunque per realizzare i valori logici “0” ed “1” adoperati nell’aritmetica binaria.

Alcuni ricercatori del MIT, tuttavia, hanno scoperto un’ulteriore proprietà di tali molecole, le quali sono in grado di mutare la propria conduttività anche utilizzando soltanto uno strato di elettrodi. L’altro strato, infatti, può essere realizzato utilizzando del semplice ferro, necessario per poter misurare la corrente che circola all’interno del circuito. In tal modo, quindi, può essere semplificata la produzione di memorie molecolari, sia per motivi legati direttamente alla fabbricazione, sia in termini di isolamento dei vari strati: adoperando il ferro, infatti, i diversi livelli di molecole non interagiscono tra di loro, consentendo così una maggiore efficienza.

I ricercatori del celebre istituto del Massachusetts hanno inoltre scoperto la possibilità di adottare soltanto due strati del suddetto materiale per comporre una singola cella di memoria. Inoltre, i dispositivi realizzati adoperando tale soluzione hanno mostrato la possibilità di esser utilizzati anche a temperatura ambiente, aprendo le porte all’archiviazione molecolare in ogni settore. Quest’ultima promette miglioramenti notevoli in termini di densità di informazioni archiviate per unità di superficie, con dati che parlano di densità superiori di circa 1000 volte rispetto alle tecnologie adottate fino ad oggi.

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