Social Media Week: potere ai social lover

Nella prima giornata di SMW Milano una riflessione interessante: i social media consumer possono diventare promotori e produttori di valore.
Nella prima giornata di SMW Milano una riflessione interessante: i social media consumer possono diventare promotori e produttori di valore.

Come monetizzare con l’e-commerce, tra social e blog? Domanda interessante, che si sono posti alla Social Media Week a Milano (inaugurata oggi e già ricca di occasioni e appuntamenti) quattro relatori durante la conferenza alla galleria Vittorio Emanuele II condividendo esperienze e modelli, teorie e pratiche del Web che possano cambiare le prospettive su come dare valore ai contenuti presenti in rete. La parola d’ordine è dare valore alla “creatività”.

Le nostre abitudini si fanno sempre più frenetiche: controlliamo lo smartphone appena svegli, poi la mail e il web in ufficio, quindi un giro su Facebook prima di uscire e poi ancora sul tablet dopocena. Con tutti questi “touch point” le aziende devono muoversi velocemente tra diverse piattaforme. Per questa ragione sta tornando in auge, dopo una fase di ripiego, il ruolo svolto dal blogger, visto però nella nuova ottica di social lover. Attori con un loro ruolo importante per l’e-commerce perché creano un contatto diretto, umano e personale tra brand, prodotti e consumatori.

Per parlarne sono intervenuti Francesco Tombolini, a.d. di Jeckerson, Federica Ianiro di SocialBakers per il sud europa, Francesca Masoero, cofondatrice del magazine Stream! ma soprattutto ottima osservatrice ed esperta di marketing e comunicazione, e Alberto D’Ottavi, confondatore di Blomming, un po’ il padrone di casa di questa conferenza.

social media week prima giornata

Da sinistra: Alberto D’Ottavi, Federica Ianiro, Francesco Tombolini e Franceca Masoero.

L’Open and Connected, filo rosso di #SMWMLN rappresenta una opportunità rilevante per chi pubblica e condivide, ma anche una integrazione economica. Lo ha spiegato bene la Masoero, che ha citato esempi eccezionali di siti che permettono la co-creazione e la vendita di progetti ideati sul Web, integrati nei social e capaci di espandere economicamente il commercio online sulla base della creatività diffusa. L’e-commerce non può restare solo un ambito multinazionale, ma deve essere multiverso, dall’individuo alla rete.

Se è vero che l’80% degli internauti naviga sui social, il 67% usa Internet per fare un acquisto. Questa percentuale non è al momento presidiata nelle sue intere potenzialità. Solo i social media lover, cioè coloro che hanno un’abitudine e un’abilità nella cura dei contenuti (un esempio su tutti: Pinterest, che non a caso vuole sfruttare economicamente i board degli utenti) sono in grado di occupare positivamente questo spazio aggiungendo valore ai prodotti presenti in Rete e persino vendendoli meglio.

Questa è l’idea di Blomming, una startup italiana che vuole inventare per il mercato una figura terza rispetto a quelle standard di seller (venditore) e consumer (consumatore), il promoter:

Finora è stato come fosse se tutto fosse un mezzo YouTube, perché soltanto il seller poteva pubblicizzare il suo prodotto. L’idea è di aprire il modello al promoter, consentire agli utenti di effettuare la rivendita dei prodotti altrui, curare una collezione di prodotti e prendersi una percentuale.

La social affiliation potrebbe essere il primo passo di un talento della vendita online, lo stimolo a una startup futura, ma soprattutto permette di moltiplicare gli shop senza dover moltiplicare i prodotti, bensì le loro chance di vendita.

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