Cinque Stelle e matita copiativa: fenomeno social

L'equivoco sulla matita copiativa di cui sono state vittime gli elettori a cinque stelle è un classico esempio di bufala incontrollabile nata sui social.
L'equivoco sulla matita copiativa di cui sono state vittime gli elettori a cinque stelle è un classico esempio di bufala incontrollabile nata sui social.

Molti elettori hanno preteso di cambiare le matite ai seggi prima di votare. Altri hanno fotografato la scheda in cabina elettorale, dimenticandosi che è un grave reato, per postarle su Facebook o Twitter. Altri ancora hanno inumidito le punte delle matite prima di segnare la “X” lasciando però un segno violaceo che, in taluni casi, produrrà l’annullamento della scheda. Il movimento di Beppe Grillo è certamente stato il protagonista di queste elezioni e entrerà per la prima volta nella sua storia nel Parlamento. Molti tuttavia sono stati anche vittime di una bufala clamorosa che si è autoalimentata sui social network.

Il fenomeno della matita copiativa che copiativa in senso letterale non è, perché lo è la carta (motivo per cui si raccomanda sempre di non votare con le schede sovrapposte) e solo la combinazione di entrambe rende il segno del tutto incancellabile, è un esempio fulgido di bufala della Rete che si autoalimenta in modo incontrollato.

Tutto è nato per una dichiarazione del leader del movimento, Beppe Grillo, che il giorno di San Valentino in Val di Susa ha rilasciato una dichiarazione, non si sa quanto seria e quanto paradossale, subito ripresa dal Fatto Quotidiano:

Temo brogli elettorali, ciucciate la matita perché è cancellabile: ascoltate il mio consiglio.

Questa frase, su cui Grillo anche oggi ha ironizzato specificando che intendeva dire che bisogna soltanto umettarla, ha però scatenato il complottismo di cui da sempre soffre una parte dell’elettorato italiano prendendo piede in modo incredibile.

Non è stato Grillo, tuttavia, ad alimentare l’equivoco, bensì alcuni responsabili e portavoce di livello medio che hanno reiterato le domande di alcuni grillini preoccupati della questione – perché avevano provato a casa su carta normale (un errore) – contribuendo alla “massa critica” invece di controllare le fonti e informarsi.

http://twitter.com/grlgne/status/305686985786404865

Qui sta il primo passaggio che spiega come nasce un fenomeno social di questo tipo, la cosiddetta dinamica alto-basso-alto: un contenuto potenzialmente virale viene calato da una persona con un alto livello di reputazione online, poi viene banalizzato, masticato alla base e infine torna ad alto livello modificando la realtà in un feedback senza ritorno.

Il panico generato dalle matite ha coinvolto molti elettori che altrimenti neanche ci avrebbero pensato, ormai era troppo tardi per smentire. Così si sono moltiplicati i tentativi più astrusi di bagnare la matita, inumidirla, testandola su tutte le superfici. Compresa la lingua (e la macchia è blandamente velenosa, essendo composta di grafite e inchiostri).

Fortunatamente, forse intuendo il caos che ne sarebbe derivato in caso contrario, il Consiglio di Stato si è già espresso sulle X un po’ violacee e sbiadite, suggerendo ai presidenti di seggio di considerarle valide, anche se sono riconoscibili e quindi andrebbero annullate. La bufala, di buono, ha questo: ci cascano così tante persone che di fatto rientra di nuovo nell’anonimato. E il successo elettorale eccezionale del Movimento non è in discussione.

Attenzione, però, a credere ad ogni cosa che gira per la Rete, soprattutto se sa di complotto: vale sempre la regola secondo la quale quando una tesi è troppo incredibile per essere vera, probabilmente non è vera.

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