Anonymous, online 14 GB di dati da Bank of America

Gli Anonymous portano online 14 GB di dati sottratti a Bank of America ed altre società, lanciando un nuovo allarme sulla sicurezza.
Gli Anonymous portano online 14 GB di dati sottratti a Bank of America ed altre società, lanciando un nuovo allarme sulla sicurezza.

Gli Anonymous tornano all’attacco: il gruppo di hacktivisti della Rete ha infatti pubblicato online 14 GB di dati sottratti con la forza ai sistemi informatici di numerose società attive nel campo della finanza, dell’informazione e dell’intelligence. Da Bloomberg a Thomson Reuters, da ClearForest a TEKSystems, passando anche per la Bank of America, gli obiettivi di questa nuova aggressione sono quindi di primo livello. Fine ultimo dell’iniziativa è illustrare nuovamente la scarsa sicurezza di determinati sistemi di archiviazione dati.

In questi 14 GB di dati, disponibili online grazie all’annuncio lanciato proprio dagli Anonymous, sono contenute informazioni circa le alcune azioni di spionaggio messe in atto dalle suddette società, in primis Bank of America. I dati in questione includerebbero anche importanti log sulle attività di dipendenti sia interni che esterni, con informazioni dettagliate sugli stessi.

In alcuni casi le informazioni sulle persone presenti nel database sottratto arriverebbero anche ai dettagli sul salario percepito. A ciò si affiancano naturalmente informazioni personali di primo livello, rendendo particolarmente importante la nuova azione di forza della coalizione di attivisti della Rete. Un’azione che ha uno scopo ben preciso: mostrare come sia possibile, in maniera non eccessivamente complicata, sottrarre informazioni sensibili e di primaria importanza ad istituzioni di un certo calibro.

A rendere la vicenda ancora più scottante sono le modalità con le quali gli Anonymous sono entrati in possesso dei dati, non essendosi resa necessaria alcuna operazione di hacking: è bastato infatti tentare l’accesso ad un server malconfigurato di proprietà di ClearForest per estrapolare giga e giga di informazioni. Il tutto porta quindi nuovamente a galla il classico problema della sicurezza dei dati sensibili in contesti di alto livello, lanciando l’ennesimo allarme sulla questione.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti