Un nuovo tentato suicidio in Foxconn?

Un nuovo tentato suicidio si sarebbe verificato presso gli impianti Foxconn di Shenzhen, in Cina, ma la società smentisce una simile ipotesi.
Un nuovo tentato suicidio si sarebbe verificato presso gli impianti Foxconn di Shenzhen, in Cina, ma la società smentisce una simile ipotesi.

Nuove polemiche su Foxconn, il partner cinese di Apple e di molte altre aziende specializzate in prodotti elettronici, sulle condizioni dei suoi lavoratori. Secondo quando riportano alcune fonti cinesi, lo scorso venerdì una donna si sarebbe gettata dal tetto dell’impianto di Shenzhen, fortunatamente senza perdere la vita. Con lei altri tre operai, pronti al suicidio.

Le motivazioni dell’estrema protesta non sono ben note, ma sembra la tragedia derivi da un minacciato taglio dei dipendenti a seguito di una riduzione degli ordini da parte dei big dell’elettronica. Stando alle speculazioni, Foxconn avrebbe invitato alcuni operai a licenziarsi o, in alternativa, a lavorare sottocosto nonostante i compensi siano già decisamente ridotti.

Le indiscrezioni riportate dai blogger cinesi – la stampa locale pare non ne abbia parlato – confermano il tentato suicidio: la donna sarebbe stata salvata dalle reti di sicurezza installate dall’azienda nel 2011, al culmine delle critiche sullo sfruttamento degli operai. Tramite un comunicato stampa, però, Foxconn smentisce questa ipotesi, narrando una differente versione:

«Possiamo confermare che il 29 marzo tre dipendenti del nostro campus di Longhua, a Shenzhen, sono stati coinvolti in una disputa sull’opportunità aziendale di trasferirli in un altro impianto Foxconn, come risultato di un calo di produzione collegato al loro gruppo. A seguito di questa disputa, i dipendenti si sono riuniti sul tetto dell’edificio e vi sono rimasti sino all’arrivo delle autorità. Il litigio si è risolto pacificamente e non vi sono feriti. Qualsiasi altro resoconto è totalmente inaccurato.»

Le fonti indipendenti cinesi continuano tuttavia a confermare la bontà dei loro report, non è quindi dato ben sapere quel che sia successo. Un vero e proprio giallo della Rete, probabilmente destinato a rimanere per sempre insoluto.

Il nome di Foxconn era salito agli onori della cronaca un paio di anni fa, quando le notizie sullo sfruttamento degli operai fecero il giro del mondo. Apple, il principale partner della società, aveva quindi deciso di inviare sul posto gli osservatori indipendenti di Fair Labour Association, eliminando così il ricorso alla manodopera minorile, aumentando i salari e riducendo i turni di lavoro sulle proprie linee. Molto deve essere ancora fatto, per stessa ammissione di Cupertino, chissà che questo nuovo episodio non accenda nuovamente i riflettori sulla Cina e sui suoi principali investitori occidentali.

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