Android, un terzo delle app ruba dati sensibili

Il 33,62% delle app gratuite presenti sul Google Play Store invia a server remoti numero di telefono, posizione geografica e indirizzo email dell'utente.
Il 33,62% delle app gratuite presenti sul Google Play Store invia a server remoti numero di telefono, posizione geografica e indirizzo email dell'utente.

Privacy e sicurezza sono i due aspetti più importanti da salvaguardare nel mondo digitale odierno. In base ad una recente ricerca di Bitdefender, un terzo delle app Android raccoglie informazioni personali memorizzate sullo smartphone e le invia ad aziende di terze parti. Come prevedibile, il rischio maggiore si incontra con l’installazione delle app gratuite. Gli sviluppatori ottengono un profitto dai banner pubblicitari e quindi sottoscrivono accordi con diverse piattaforme di advertising che spesso usano i dati privati degli utenti in modo poco chiaro.

Non tutte le app gratuite presenti sul Google Play Store si comportano in modo disonesto. La maggior parte di esse specifica chiaramente quali informazioni sono necessarie per l’esecuzione dell’applicazione. Altre, invece, sono adware piuttosto aggressivi che richiedono l’accesso ai dati sensibili con lo scopo di creare un profilo dell’utente e realizzare pubblicità personalizzate. Secondo Bitdefender, il 32,62% delle app invia a server remoti il numero di telefono, l’indirizzo email e la posizione geografica.

Analizzando oltre 130.000 app gratuite disponibili sul Google Play Store, la software house ha scoperto che il 12,87% comunica il numero di telefono ad aziende di terze parti, il 12,03% invia le coordinate geografiche del luogo in cui si trova l’utente, il 17,3% chiede anche il permesso di leggere i nomi dei contatti, di accedere alla cronologia di navigazione e di vedere le foto scattate. Un’app del genere potrebbe essere utilizzata da un malintenzionato per inviare messaggi di spam o diventare un potente strumento di spionaggio, nel caso in cui lo smartphone venga usato anche sul lavoro.

Bitdefender sottolinea, inoltre, che esiste una linea sottile che separa un adware da un malware. Questi ultimi possono facilmente collezionare dati sensibili, come password e credenziali di accesso. Il consiglio è verificare attentamente le autorizzazioni di cui l’app ha bisogno. Molti permessi non sono necessari per un suo corretto funzionamento. In alternativa, si potrebbe installare una soluzione di sicurezza mobile che blocca sia adware che malware.

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