USA, il cervello come sistema di controllo

Alcuni ricercatori statunitensi stanno studiando cellule cerebrali coltivate artificialmente per comprendere come vengono elaborate le informazioni.
Alcuni ricercatori statunitensi stanno studiando cellule cerebrali coltivate artificialmente per comprendere come vengono elaborate le informazioni.

Il cervello è con ogni probabilità l’organo umano che ad oggi nasconde alla scienza il maggior numero di informazioni, rappresentando per certi versi un vero e proprio mistero. Le sue potenzialità sono sterminate e gli scienziati intendono sfruttarle al meglio per sviluppare nuove soluzioni artificiali per l’elaborazione. È il caso di alcuni ricercatori al lavoro su alcune cellule cerebrali coltivate artificialmente con l’obiettivo di comprenderne le risposte a stimoli particolarmente complessi provenienti dall’esterno.

Fine ultimo del progetto è quello di comprendere le modalità con le quali tali cellule forniscono risposte ai suddetti stimoli, così da compiere un ulteriore passo in avanti nella comprensione del cervello umano. Una comprensione che consentirà lo sviluppo di nuovi sistemi di controllo particolarmente complessi, sfruttando un modello ritenuto dalla scienza come il più importante riferimento nel campo dell’elaborazione delle informazioni.

Il cervello umano, insomma, sarà preso a modello per sviluppare nuove tipologie di architetture e probabilmente potrà fornire quello spunto necessario ad una vera e propria rivoluzione. In un primo momento tali innovazioni saranno utilizzate per creare sistemi di controllo per l’infrastruttura elettrica degli Stati Uniti d’America, la quale richiede una crescente complessità computazionale che gli ingegneri difficilmente riescono a soddisfare. In futuro potrebbe toccare anche diversi altri settori.

Alla base delle ricerche vi sono gli studi condotti dal Prof. Steve Potter in materia di stimolazione cerebrale ed analisi delle modalità con le quali il cervello interagisce e risponde ai dati ricevuti in input. In passato il suo team di ricerca ha dimostrato la possibilità di collegare un cervello umano mediante elettrodi ad un computer per comandare un robot o altri dispositivi, collegandosi direttamente alle reti neuronali che lo compongono. Un approccio simile sarà utilizzato ora per replicare artificialmente le funzionalità del cervello.

Lo sviluppo di soluzioni capaci di replicare tale organo potranno quindi da un lato ottimizzare la gestione delle risorse energetiche negli USA, rendendo più pulita la distribuzione di energia elettrica, mentre dall’altro saranno il trampolino di lancio verso la creazione di nuovi sistemi di elaborazione digitali capaci di trattare l’informazione in modalità che ad oggi restano impossibili anche solo da pensare, essendo ancora celate dietro quel velo di mistero che circonda il cervello umano.

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