iRadio, problemi con Sony

Apple si sarebbe arenata sugli accordi per iRadio, il suo servizio di streaming alternativo a Spotify: Sony non sarebbe soddisfatta delle tariffe proposte.
Apple si sarebbe arenata sugli accordi per iRadio, il suo servizio di streaming alternativo a Spotify: Sony non sarebbe soddisfatta delle tariffe proposte.

iRadio sembrava in dirittura d’arrivo e invece un ostacolo ne ha bloccato il percorso proprio sulla linea del traguardo. Il servizio di streaming musicale di Apple, alternativo a proposte come Spotify e Last.fm, rischia di dover saltare l’appuntamento preventivato con il sole e gli ombrelloni d’agosto per un intoppo con una major, nientemeno che Sony.

È da anni che si parla dello streaming musicale in salsa mela, ma solo nell’ultimo periodo il progetto si è fatto più concreto. Un’iniziativa in realtà rimasta ferma molti mesi – pare che Cupertino avesse concesso tariffe troppo basse alle case discografiche – sbloccatasi nelle ultime settimane con la salita a bordo di Universal e le conversazioni proficue con Warner. Stando a quanto riporta il Financial Times, però, Sony non sarebbe molto incline a lasciarsi ammaliare. Il secondo gruppo discografico al mondo, infatti, pare non voglia cedere finché gli introiti non verranno ulteriormente innalzati.

Stando ai rumor usciti negli ultimi mesi, sembra che inizialmente Cupertino abbia offerto solamente 6 centesimi per ogni 100 brani ascoltati. Un prezzo davvero esiguo se si considera come i competitor offrano dai 12 centesimi in su, con Spotify che supererebbe i 30 senza battere ciglio. Secondo le indiscrezioni emerse ieri, Apple avrebbe quindi proposto di raddoppiare la sua tariffa iniziale con la soluzione di 12,5 centesimi per 100 canzoni fruite in streaming. Sebbene non sia dato sapere quali e quante label abbiano deciso di accettare questo nuovo listino, pare vi sia stato un vago consenso. Tutti sul carro di Cupertino, insomma, a eccezione proprio di Sony e forse di Warner, quest’ultima non ancora pienamente convinta della bontà del servizio.

L’assunto delle major dell’intrattenimento musicale, se effettivamente come riportato, non è certo da biasimare: grazie a iTunes Store, Apple può contare sul bacino d’utenza più grande del mondo e non avrà probabilmente troppi problemi ad affermarsi come il modello di streaming più gettonato fra i navigatori, proprio grazie al suo ampio catalogo. Data questa constatazione e le ambizioni ben più estese rispetto alla concorrenza, non è dato ben sapere perché Cupertino si limiti a proporre delle tariffe pari a quelle di Pandora, un servizio che conta “solamente” 70 milioni di ascoltatori attivi. Apple si può certamente permettere di più, sostengono le major, perché allora non optare per un modello di pagamento almeno pari a quello di Spotify? Come andrà a finire con iRadio è purtroppo presto per saperlo, ma chissà che dalle parti della California l’azienda non cali il suo asso nella manica.

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