Blogger condannato per commenti altrui

Blogger condannato per istigazione a delinquere per non aver rimosso alcuni commenti sui propri spazi: si ripropone un problema che si dava per risolto.
Blogger condannato per istigazione a delinquere per non aver rimosso alcuni commenti sui propri spazi: si ripropone un problema che si dava per risolto.

Nei giorni in cui il vento torna a soffiare in direzione contraria, il Web torna a scontrarsi contro discussioni, sentenze e proposte che nel tempo già sono state più volte bocciate per il pericolo che calano sulla libertà di espressione. Una nuova sentenza rivanga oggi principi che la storia sembrava ormai aver archiviato: il titolare di un blog (e di un gruppo su Facebook) è stato condannato per i commenti ivi caricati da utenti terzi. La responsabilità vien fatta ricadere pertanto sul titolare dello spazio, invece che sull’autore del messaggio.

Ancora una volta, insomma, una sentenza va ad equiparare la responsabilità di chi cura uno spazio online con la responsabilità di chi cura un prodotto editoriale in tutto e per tutto: blogger e giornalisti messi alla pari nel nome di un necessario giro di vite contro la diffamazione online, ma agendo in modo scomposto nel nome della garanzia personale più che nella direzione della garanzia di un diritto più vasto alla libertà di espressione. Spiega il blogger stesso per voce dell’avvocato difensore Fulvio Sarzana: «La responsabilità del blogger per i commenti postati da terzi non dovrebbe trovare ingresso nel nostro ordinamento quando sia possibile, come accade nella pressoché totalità dei casi, risalire agevolmente a chi ha effettuato il commento, attraverso le indagini informatiche appositamente previste dal codice».

#ilrumoredeinemici
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La sentenza afferma che la non-cancellazione di taluni messaggi caricati sul blog e sul gruppo su Facebook implica una sorta di carenza da parte del curatore di tali spazi, il quale si farebbe così protagonista attivo di una “istigazione a delinquere”. Ed è così la seconda sentenza di questo tipo nel giro di pochi giorni.

La pericolosità della sentenza è illustrata invece dallo stesso Sarzana all’atto di depositare il ricorso contro la sentenza: «La condanna di un blogger per istigazione a delinquere, per fatti posti in essere da terzi, può costituire peraltro un precedente pericoloso per la libera circolazione dei contenuti sul web, soprattutto nei casi in cui sia difficile distinguere la denuncia civile dalla vera e propria istigazione».

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