Manchester Baby compie 65 anni

Il primo computer a programma memorizzato spegne 65 candeline: Small Scale Experimental Machine, soprannominato Baby, entrò in funzione il 21 giugno 1948.
Il primo computer a programma memorizzato spegne 65 candeline: Small Scale Experimental Machine, soprannominato Baby, entrò in funzione il 21 giugno 1948.

Oggi non si celebra solo l’inizio dell’estate, ma anche il 65esimo compleanno di Small Scale Experimental Machine. Più conosciuto con il soprannome Baby, fu il primo computer elettronico a programma memorizzato della storia, entrando in funzione il 21 giugno 1948 presso i laboratori della Victoria University di Manchester. Il suo scopo, portato a termine con successo, è stato quello di fungere da banco di prova per il Ferranti Mark 1 destinato ad essere commercializzato tre anni più tardi.

Google omaggia SSEM a modo suo, con un lungo filmato condiviso questa mattina sul proprio blog ufficiale, che riporta le interviste realizzate ai rimanenti membri del team che hanno contribuito alla sua progettazione e alla costruzione. Anche se oggi l’architettura e il funzionamento di Baby (il primo programma conteneva solamente 17 istruzioni) possono sembrare appartenenti a un’epoca lontana o addirittura banali, gli addetti ai lavori fanno coincidere la sua realizzazione con la “nascita del software”, un passo di fondamentale importanza per lo sviluppo e l’evoluzione dell’informatica moderna.

Le menti che hanno dato vita a Small Scale Experimental Machine sono quelle di Frederic Calland Williams (1911-1977), Tom Kilburn (1921-2001) e Geoff Tootill. In termini di ingombro il calcolatore aveva una lunghezza di oltre cinque metri, con un peso di circa una tonnellata, necessario per portare a termine con successo i primi esperimenti di memorizzazione dei dati su un tubo a raggi catodici, detto anche Tubo di Williams-Kilburn, in altre parole un dispositivo RAM d’altri tempi capace di immagazzinare un massimo di 128 bytes.

Volumi che possono far sorridere se confrontati con gli storage del nuovo millennio a disposizione nel palmo di una mano, senza i quali però non avremmo gli attuali supporti per il salvataggio di file, documenti e contenuti. Attualmente non resta nulla della versione originale di Baby, ma una replica funzionante è esposta al Museo della Scienza e dell’Industria di Manchester.

Tom Kilburn (sinistra) e Tom Kilburn (destra) al lavoro su Baby

Tom Kilburn (sinistra) e Tom Kilburn (destra) al lavoro su Baby

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