HTC One S non sarà più aggiornato

Il produttore conferma che non verranno rilasciati nuovi aggiornamenti ufficiali per lo smartphone HTC One S, a soli 15 mesi dalla commercializzazione.
Il produttore conferma che non verranno rilasciati nuovi aggiornamenti ufficiali per lo smartphone HTC One S, a soli 15 mesi dalla commercializzazione.

Pessime notizie per chi ha acquistato HTC One S, smartphone presentato all’inizio dello scorso anno insieme ai modelli One X e One V, poi commercializzato inizialmente il 2 aprile negli Stati Uniti. Oggi, a 15 mesi esatti dal suo debutto sul mercato, il produttore annuncia l’intenzione di non rilasciare altri aggiornamenti ufficiali per il telefono, confermando alcune delle voci circolate in Rete nei giorni scorsi: gli utenti dovranno accontentarsi di quanto il dispositivo offre nel suo stato attuale.

Possiamo confermare che HTC One S non riceverà altri aggiornamenti al sistema operativo e manterrà le versioni correnti di Android e dell’interfaccia HTC Sense. Siamo consapevoli del fatto che questa notizia provocherà il disappunto di alcuni utenti, ma i clienti devono sapere che abbiamo progettato HTC One S per essere ottimizzato con quanto offerte dalle nostre esperienze in ambito fotografico e audio.

Un breve comunicato nel quale l’azienda fa riferimento, anche se non in modo diretto, alle specifiche hardware dello smartphone. Eppure HTC One S non ha molto da invidiare agli altri device appartenenti alla fascia media del settore: display da 4,3 pollici con risoluzione 960×540 pixel, processore dual core, 1 GB di RAM, 16 GB di memoria interna per lo storage, fotocamera da 8 megapixel, tecnologia Beats Audio e batteria da 1.650 mAh. Componenti che sembrerebbero sufficienti a poter gestire la release 4.2 della piattaforma, ma il problema è forse rappresentato dalla UI Sense 5.

Chi sceglie di affidarsi esclusivamente agli aggiornamenti ufficiali resterà dunque fermo ad Android 4.1.1 Jelly Bean e all’interfaccia HTC Sense 4+, mentre gli altri potranno puntare sulle tante ROM non ufficiali messe a punto dalla community di sviluppatori indipendenti, correndo però il rischio di invalidare la garanzia nei primi due anni e, di conseguenza, dover mettere mano al portafogli qualora ci fosse bisogno di ricorrere all’assistenza. In questo caso non vale dunque quanto promesso da Google nel 2011, ovvero la certezza di poter godere di update da parte del produttore per un periodo pari a 18 mesi successivo alla commercializzazione dei dispositivi.

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