Apple verso le fotografie 3D: c'entra PrimeSense?

Apple brevetta una tecnologia per ricreare immagini stereoscopiche sia via software che in fase di scatto, con un solo obiettivo: c'entra PrimeSense?
Apple brevetta una tecnologia per ricreare immagini stereoscopiche sia via software che in fase di scatto, con un solo obiettivo: c'entra PrimeSense?

Apple è interessata alle fotografie in 3D e alla base del suo progetto potrebbe esservi la recente acquisizione della società israeliana PrimeSense, l’azienda che di fatto ha inventato Kinect di Micosoft. A rivelarlo un nuovo brevetto, recentemente garantito dall’US Patent And Trademark Office.

Intitolato “Producing Steroscopic Image”, quindi semplicemente la produzione di un’immagine stereoscopica, il brevetto descrive un sistema software per ricercare e associare automaticamente due o più immagini per ottenere uno scatto in tre dimensioni. L’obiettivo può essere perseguito sia tramite l’analisi dei file in archivio dell’utente – vengono ricercate le due foto più simili fino a ottenere un effetto stereoscopico – o direttamente in fase di scatto.

Per capire la tecnologia alla base, è sufficiente fare riferimento alle fotografie anaglifiche che sin dagli ’80 l’industria dell’intrattenimento sfrutta per il 3D. Il soggetto ripreso è scomposto in due immagini dalle diverse tonalità – solitamente magenta e ciano – sovrapposte l’una sull’altra con un lieve spostamento a destra e a sinistra. Indossando opportune lenti, una appunto rossa e l’altra azzurra, la profondità viene ricreata a livello visivo. La tecnologia che Apple ha intenzione di sviluppare è ovviamente più complessa e non comportare la scomposizione del colore né l’utilizzo di lenti colorate, è più probabile invece che si sfruttino i filtri polarizzatori oggi di moda al cinema.

La particolarità di questo progetto, a differenza delle modalità attualmente diffuse, è che richiede un solo sensore fotografico. Per ottenere un’immagine stereoscopica infatti, a meno che l’effetto non venga ricreato in post-produzione, è necessario dotarsi di due obiettivi leggermente distanziati l’uno con l’altro. La tecnica di Apple sfrutta invece solo un canale di ripresa e si presta quindi perfettamente all’universo consumer e al mondo di iOS.

Sebbene la sottomissione del brevetto risalga al gennaio del 2011, sorge il dubbio che nella traduzione in realtà dell’obiettivo centri la neoacquisita PrimeSense. Se Apple decidesse di esplicare la registrazione in un prodotto reale – un fatto da non prendere per scontato, considerati i numerosi brevetti di Cupertino privi di una trasposizione fisica – l’obiettivo potrebbe essere facilmente raggiunto grazie alle tecnologie proprio di PrimeSense, fra cui quel Light Coding discusso ampiamente nella giornata di ieri.

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