iPhone è dannoso per i volatili

iPhone al centro di una nuova polemica: le applicazioni per il birdwatching sarebbero dannose alla salute dei volatili, se ne richiede la limitazione.
iPhone al centro di una nuova polemica: le applicazioni per il birdwatching sarebbero dannose alla salute dei volatili, se ne richiede la limitazione.

Il 2014 si apre con l’ennesima polemica con protagonista iPhone, o sarebbe meglio dire App Store. Questa volta l’oggetto del contendere non è però la sicurezza dei dati degli utenti, le politiche degli acquisti in app o qualche ban eccellente dallo store di Cupertino. A finire al centro delle critiche sono i volatili: passeri, corvi, canarini e addirittura aquile. Sì, perché secondo alcuni il melafonino sarebbe dannoso alla sussistenza degli animali dotati di ali.

Fortunatamente un fiammante iPhone 5S non può interferire con la capacità di navigazione di piccione e altri pennuti, magari confondendoli e costringendoli a rotte erronee. Al centro delle polemiche ci finiscono le applicazioni per il birdwatching – la passione di osservare i volatili nel loro ambiente naturale – e la questione finisce addirittura sul The Wall Street Journal.

Il tutto nascerebbe da una recente mania: quella di includere, all’interno delle applicazioni dedicate al birdwatching, registrazioni e richiami per gli uccellini. Così, anziché attendere per ore fra l’erba alta l’apparizione di un passero, gli appassionati riproducono a ripetizione quanto di salvato nella speranza di accelerare l’avvistamento.

Un trend, quello del richiamo-easy, che pare abbia mandato su tutte le furie l’American Birding Association, intenzionata e riscrivere le norme etiche sul birdwatching escludendo il ricorso a qualsiasi iDevice. La presenza di richiami territoriali – dai versi d’accoppiamento alla simulazione della preda – avrebbe infatti effetti stressanti sugli animali, che potrebbero decidere di adottare dei comportamenti rischiosi per la loro incolumità. In primo luogo, la sovraesposizione auditiva potrebbe indurli a ignorare i richiami, anche quelli reali dei simili e non riprodotti da un device elettronico. Inoltre, il rischio è che non siano più in grado di riconoscere i predatori, finendo così decimati oltre a quanto normalmente imposto dalla catena alimentare.

Qualche tempo fa, sebbene nessuna istituzione sia intervenuta, simili polemiche hanno coinvolto le applicazioni per gatti e cani: il software che riproducono insistentemente miagolii e altri versi, possono configurarsi come un abuso per gli amici a quattro zampe? Al momento non vi è accordo sulla questione, ma chissà che non sia la stessa Apple a vietare in futuro simili trovate sul suo App Store.

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