Epayment: proposta di legge in Parlamento

Limiti al contante, sostegno ai POS, obbligo di pagamenti elettronici per alcuni settori: questa la proposta di Sergio Boccadutri depositata alla Camera.
Limiti al contante, sostegno ai POS, obbligo di pagamenti elettronici per alcuni settori: questa la proposta di Sergio Boccadutri depositata alla Camera.

La proposta di legge di Sergio Boccadutri è stata depositata alla Camera. Il testo è una possibile risposta del Parlamento al bisogno di promuovere i pagamenti digitali, col doppio obiettivo di sostenere l’agenda digitale e di combattere l’evasione fiscale limitando l’uso del contante. Gli 11 articoli del testo non mancheranno di far discutere.

Il progetto di legge sull’epayment ideato dal deputato di SEL parte dall’assunto che i costi derivanti dall’uso del contante ammontano a circa 8 miliardi di euro, pari allo 0,52 per cento del PIL. Ovviamente la proposta di legge si incardina con alcuni temi dell’agenda digitale – a partire dalla fatturazione elettronica e i nuovi obblighi delle P.A. – ma è alimentato da un obiettivo più ambizioso: far recuperare all’Italia l’epayment-divide, argomento importante dell’economia odierna e delle prospettive del paese, come dimostra anche il convegno della scorsa settimana organizzato dal Consorzio Netcomm.

Le proposte di Boccadutri


Il cashless way del progetto di legge può essere così riassunto:

  • Limite di spesa, limite di prelievo. L’articolo 1 fissa a 500 euro la soglia oltre la quale sarà obbligatorio usare la carta di credito, e a 5000 euro la cifra massima di prelievo mensile. Prevista anche una stretta sul prelievo di contanti dai bancomat in taglie grandi.
  • Solo pagamenti elettronici. Pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, sale da gioco, e altri soggetti sono obbligati ad accettare soltanto pagamenti elettronici.
  • Niente commissioni. La legge vieta alle pubbliche amministrazioni e ai loro incaricati di applicare maggiorazioni o commissioni per i pagamenti effettuati con carta di credito, di debito o prepagata o con altro strumento di pagamento elettronico.
  • Deducibilità. L’articolo 4 stabilisce la possibilità di detrarre o dedurre, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, solo le spese effettuate tramite bonifico bancario ovvero carta di credito, di debito o prepagata.
  • Delega al governo. La proposta di legge ammette che c’è bisogno di un riordino della disciplina in materia di strumenti di pagamento elettronici mediante la raccolta e il coordinamento delle disposizioni vigenti per una legge-quadro.
  • Campagna di incentivazione. Si istituisce una commissione consultiva per l’incentivazione dell’utilizzo della moneta e dei mezzi di pagamento elettronici.

Le possibili criticità

Quasi superfluo spiegare come una proposta del genere sembra destinata ad essere accolta malamente: dagli enti locali (ancora impreparati a questa conversione, ma la legge pone come deadline il 1° gennaio 2017), da alcuni partiti politici, dalle rappresentanze di commercianti, artigiani e piccole imprese, forse anche da parte del sistema creditizio. L’Agenzia delle entrate, teoricamente, è coinvolta fortemente e avvantaggiata nel suo lavoro (grazie alla maggiore tracciabilità di questo denaro normalmente circolante), ma bisogna poi coprire le maggiori spese di questa innovazione e non fare la fine della polizia postale, che è stata indebolita nella sua struttura nonostante le leggi che ne richiamano le competenze siano più impegnative di prima.

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