A Catania un evento disruptive

Mondi e modi di innovazione si raccontano il 28 e 29 marzo in Sicilia. Esiste un Mediterraneo fatto di idee.
Mondi e modi di innovazione si raccontano il 28 e 29 marzo in Sicilia. Esiste un Mediterraneo fatto di idee.

Il mare per eccellenza circonda l’isola della Sicilia, quel luogo che non è uno, come diceva Leonardo Sciascia, ma molti. E tra le molte cose, è anche un luogo di fortissima centralità e potenzialità per l’ecosistema startup italiano e del Mediterraneo. Non a caso il primo Blank Disrupt si terrà questo fine settimana a Catania, una città di attivismo sorprendente, che accoglierà speaker di eccezione e workshop di alto livello.

Per raccontare di questo particolare evento e di Blank bisogna fare due nomi: Emil Abirascid e Stelio Verzera. Il primo, oltre ad essere noto per StartupBusiness, la piattaforma dedicata alle startup e agli investitori, è anche un instancabile “agit prop” dell’innovazione, sempre impegnato a creare nuove possibilità, stimolare eventi, incoraggiare imprenditori. Il secondo è un siciliano di successo, ideatore con la sua cocoon projects della liquid organization, un modello di gestione inventato due anni fa e che sta avendo grande riscontro.


Sono loro due ad aver pensato al Blank Disrupt di Catania, una due giorni di incontri e workshop su cultura, metodologie e pratiche di realizzazione di quel concetto un po’ misterioso e un po’ abusato di “innovazione”: intesa non solo nell’ambito tecnologico, ma anche come sfida posta oggi nel campo professionale, nell’organizzazione del lavoro e dell’impresa. Ci vogliono nuovi paradigmi, ancora prima che nuove idee. La Sicilia è da questo punto di vista terreno romantico e geografico: romantico per Verzera, siciliano di origine, e geografico per Abirascid, che ha contribuito l’anno scorso alla creazione di Blank, una no-profit con l’obiettivo di fornire supporto alle startup del Mediterraneo.

Il programma

La prima edizione che dalla Sicilia guarda al mondo è di tutto rispetto: 15 speaker, 6 workshop, 10 talk. L’evento ha richiamato partecipanti da diversi Paesi, così come gli ospiti. La giornata del 28 marzo si svolgerà presso l’Una Hotel, dalle 9 alle 18.30, e permetterà di sperimentare nel concreto varie tecniche e metodologie innovative: dalla gamification alla co-creazione, l’importanza dell’approccio user-centred design e il Test Driven Business che permette di imparare velocemente ad evolvere il proprio prodotto o servizio.
Il 29 marzo vedrà il susseguirsi di 10 talk nell’altra location, il Monastero Benedettino di San Nicolò. Ogni intervento offrirà un diverso spaccato: il keynote iniziale, lasciato proprio ad Emil Abirascid, presenterà una panoramica dell’ecosistema mediterraneo dell’innovazione, poi si parlerà di organizzazioni, di tecnologie, anche di Bitcoin con la presenza di un associato della Bitcoin Foundation Italia, Guido Baroncini Turricchia. Ci sarà anche un altro grande siciliano, Filippo Privitera, di Beintoo, la startup che ha conquistato LeWeb nel 2011. Ecco l’elenco completo degli speaker:

  • Paul Tolchinsky: European Organization Design Forum
  • Ralph Weickel: European Center for Positive Change
  • Filippo Privitera: Beintoo
  • Stelio Verzera: Cocoon Projects
  • Lucio Margiulis: Juego Serio
  • Jacopo Romei: Ideato e Cocoon Projects
  • Emil Abirascid: StartupBusiness
  • Guido Baroncini Turricchia: Bitcoin Foundation Italia
  • Nunzio Abbate: STMicroeletronics
  • Corrado Spinella: CNR IMM Catania
  • Salvatore Di Dio: Push
  • Vincenzo Di Maria: SikLab
  • Oana Juncu: cOemerge
  • Vasco Duarte: Product Manager and Agile Coach
  • Salvo Mica – E-Ludo Interactive
Stelio Verzera, ingegnere, ha un curriculum che parte dal marketing ed è arrivato oggi al Lean Innovation Coaching. È lui il cuore del Blank Disrupt di Catania.

Stelio Verzera, ingegnere, ha un curriculum che parte dal marketing ed è arrivato oggi al Lean Innovation Coaching. È lui il cuore del Blank Disrupt di Catania.

Intervista a Stelio Verzera

Dopo alcuni, soddisfacenti, anni di lavoro nel marketing, Verzera e il suo team hanno compreso che Internet aveva cambiato le cose e che il loro lavoro poteva essere indirizzato a supportare l’innovazione. Un tesoro di informazioni sulla creazione di valore, sui più comuni errori sul fronte organizzativo poteva continuare a restare così com’era, oppure diventare premessa di un nuovo metodo. Se non avesse scelto la seconda strada, oggi non parlerebbe dell’evento di Catania né ci sarebbe cocoon projetcs.

Un po’ di ironia: esiste dunque un modello siciliano di organizzazione del lavoro che funziona nel mondo?

Ebbene sì, ma attenzione: si tratta di un metodo che abbiamo sviluppato prima di tutto per noi stessi e soltanto in un secondo momento come servizio per gli altri. I risultati sono eccellenti: siamo invitati a convegni economici in tutto il mondo e abbiamo riscontri sulle performance del team, tutti i giorni.

Guardando al programma si intuisce che c’è una motivazione profonda, azzarderei anche non economica…

Stiamo parlando di un evento a pagamento, in Sicilia, su argomenti particolarmente complessi, che intende parlare con ecosistemi molto avanzati in questa stessa area, come quello di Israele. Qualcosa di azzardato, francamente, c’è. La motivazione profonda è legata al non poter sopportare di vedere tanto spreco di potenziale nel sud. Tuttavia, i numeri sono interessanti: 90 iscritti ai talk, una quarantina agli workshop. A Milano sarebbero niente, ma qui a Catania e considerando che abbiamo organizzato tutto in due mesi, è una grande cosa.

Collaborazione col territorio? Rete?

Ottime. I media partner dell’evento sono stati fondamentali, hanno contribuito a creare le giuste premesse.

Quello di Catania sembra piuttosto differente da uno startup weekend: che tipo di evento avete ideato?

Puntiamo sulla concretezza e la spendibilità: talk di 25 minuti, molto utili, molto focalizzati, strumenti per fare innovazione da subito. Non è in contraddizione con il “what if” della vision, che fu l’inizio anche della nostra avventura come cocoon projects, piuttosto il modo giusto per mettere sotto stress le idee innovative, per verificarle sul mercato. Capire cos’è l’innovazione e che relazione ha con la vita di tutti i giorni.

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