Create lenti low-cost per dispositivi medici

I ricercatori dell'ANU hanno creato un nuovo processo per realizzare lenti low-cost che potrebbero rivoluzionare la diagnostica di alcune malattie.
I ricercatori dell'ANU hanno creato un nuovo processo per realizzare lenti low-cost che potrebbero rivoluzionare la diagnostica di alcune malattie.

I ricercatori dell’Australian National University hanno sviluppato un nuovo processo per creare delle lenti di alta qualità a bassissimo costo, che costeranno meno di un centesimo per unità. Potranno esser utilizzate in maniera diversa e apriranno anche le porte a nuove possibilità per le ricerche scientifiche in laboratorio.

I dispositivi medici rappresentano infatti un grande, possibile campo di applicazione per le nuove lenti: ad esempio Dermoscopes – quelle utilizzate oggi per ingrandire e illuminare le lesioni cutanee nella diagnosi di alcune malattie tra cui il melanoma – costano ben 500 dollari, mentre la nuova soluzione è un’alternativa a basso costo che costa in totale circa 2 dollari e che può esser anche collegata alla fotocamera di uno smartphone, una manna per i medici delle zone rurali oppure che operano nei Paesi in via di sviluppo. I biologi potrebbero anche impiantare le nuove lenti nei topi per studiare le cellule in vivo, un processo solitamente evitato poiché davvero esoso in termini economici.

I ricercatori stanno attualmente lavorando per rendere le lenti più grandi e aumentare la loro efficacia, ma quanto fatto fino a oggi rappresenta comunque una potenziale innovazione. Le lenti vengono di solito realizzate con una lucidatura e una legatura di un disco di vetro, un metodo complesso e costoso praticato tuttavia da tantissimi anni: il nuovo processo invece consentirà agli scienziati di sfruttare la forza di gravità, con un vetrino che viene cotto in forno a 70 gradi Celsius e che in tal modo crea una base per la lente. A quel punto si aggiunge una goccia di PDMS (polidimetilsilossano, un comune polimero come il gel), il vetrino viene capovolto e in tal modo la gravità gli darà una forma curva. Cuocendo nuovamente la lente, i ricercatori riescono dunque a solidificarla e ad affinarne la forma, così da aumentarne anche la qualità.

Con il nuovo metodo, i ricercatori hanno dunque sperimentato un approccio semplice e poco costoso che evita l’utilizzo di macchinari costosi o complicati. «Quello che abbiamo fatto è stato sistematicamente perfezionare la curvatura che è formata da una semplice gocciolina con l’aiuto della gravità, e senza stampi », spiega. Con un paio di millimetri di spessore e un potere d’ingrandimento pari a ben 160 volte, e una risoluzione di circa 4 micron (milionesimi di metro), le nuove lenti sviluppate tramite il nuovo processo hanno dunque un grande potere di ingrandimento e pertanto potranno essere usate in futuro per diagnosticare le malattie come il melanoma, in maniera assolutamente low-cost. Ciò aiuterà a ridurre il rischio di queste malattie soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

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