Google-UE: nuova indagine su Android?

Dopo che il commissario Joaquín Almunia avrà lasciato l'incarico l'antitrust europea potrebbe avviare un'altra indagine su Google, relativa ad Android.
Dopo che il commissario Joaquín Almunia avrà lasciato l'incarico l'antitrust europea potrebbe avviare un'altra indagine su Google, relativa ad Android.

La scorsa settimana, parlando della decisione dell’antitrust europea in merito all’attività di Google con il suo motore di ricerca, si è fatto riferimento anche ad una possibile nuova indagine relativa ad Android. Oggi emergono nuovi dettagli, comunicati da tre fonti (rimaste anonime ma ritenute affidabili) alla redazione di Reuters. Si parla di questionari inviati dall’UE ad operatori telefonici e produttori di smartphone e tablet, da compilare e restituire al mittente entro settembre.

40 domande relative ad eventuali accordi, scritti o non formali, siglati dalle aziende con il gruppo di Mountain View per escludere dal software preinstallato sui dispositivi mobile le applicazioni e i servizi della concorrenza. È stata richiesta inoltre una copia di tutta la documentazione firmata dal 2007 ad oggi e relativa a partnership con bigG. In altre parole, la Commissione sta raccogliendo gli elementi necessari per stabilire se sarà necessario avviare una nuova indagine, in modo da fare chiarezza su possibili comportamenti anticoncorrenziali posti in essere da Google, forte dell’80% di market share raggiunto negli ultimi anni dal sistema operativo del robottino verde.

Nel caso di esito positivo, l’indagine potrebbe essere ufficializzata a partire dal mese di novembre, ovvero quando lo spagnolo Joaquín Almunia lascerà il posto al suo successore, non ancora nominato. L’attuale commissario è stato preso di mira da più parti per il suo atteggiamento ritenuto troppo morbido nei confronti del motore di ricerca, ma in futuro le cose potrebbero cambiare, portando a pesanti sanzioni e all’imposizione di termini più severi sugli accorgimenti da adottare per risolvere le questioni antitrust.

In definitiva, la crescita esponenziale fatta registrare nel corso degli ultimi anni da Android ha portato la concorrenza a giocare un ruolo di importanza secondaria nel settore mobile (Apple, in Europa, al momento occupa il 17% del mercato) e questa posizione di potere consentirebbe a Google di impedire la diffusione di servizi, prodotti e piattaforme rivali. L’Europa vuol vederci chiaro e come prima cosa ha interpellato quelli che sono i partner a più stretto contatto con il gruppo di Mountain View, ovvero operatori telefonici e produttori hardware.

Un’operazione di questo tipo era già stata attuata nel 2011 e nel 2013, ma con questionari meno approfonditi rispetto a quelli di cui si parla oggi. La replica di bigG è affidata ad un comunicato inviato a Reuters, che ribadisce come le pratiche messe in atto siano già state giudicate al di sopra di qualsiasi sospetto dalle autorità statunitensi e coreane.

Tutti possono utilizzare Android senza Google e tutti possono utilizzare Google senza Android. Sia la FTC americana che la Korean Fair Trade Commission hanno esaminato approfonditamente gli accordi siglati da Google in merito ad Android, arrivando alla conclusione che non ci sono motivi per attuare procedimenti legali.

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