Uber, passo in avanti in Germania

Il Tribunale di Amburgo ha cancellato il divieto contro Uber. La Germania resta un paese complicato, intanto in Italia un convegno alla Camera.
Il Tribunale di Amburgo ha cancellato il divieto contro Uber. La Germania resta un paese complicato, intanto in Italia un convegno alla Camera.

Il tribunale amministrativo di Amburgo ha cancellato oggi il divieto contro Uber precedentemente stabilito dal Ministero degli Affari Economici della città. Era la sentenza attesa dopo lo stop giunto alla fine di luglio e il ricorso degli avvocati di Uber che aveva bloccato l’iter. Questa sentenza fa il paio con Berlino e chiude al momento una delle vicende più interessanti legate alla legislazione rispetto all’attività della piattaforma delle auto con conducente.

Rispetto all’Italia, dove regna una certa confusione e un clima per nulla dialogante, in Germania il ruolo di Uber è stato affrontato secondo rigidi e austeri criteri di legittimità. Per le amministrazioni tedesche, infatti, la questione era il tipo di patente necessaria per condurre le NCC, che in terra germanica deve essere rilasciata secondo criteri speciali. L’argomento che aveva convinto il Ministero degli Affari Economici della città di Amburgo (e così anche Berlino) era simile a quello sollevato in Belgio, di tipo burocratico e di assicurazione.

La sentenza non è entrata nello specifico, in quanto il tribunale ha considerato il divieto illegittimo dal punto di vista procedurale, non possedendo l’autorità proibitoria la necessaria giurisdizione, nonché illegale perché non conforme al Passenger Transport Act. Questo significa che di fatto, così come il divieto non è mai stato esecutivo perché congelato dal ricorso, Uber continuerà la sua attività sub iudice, in attesa che anche in Germania si cerchi una soluzione per colmare il vuoto legislativo nel quale è spesso incappata l’applicazione nel vecchio continente.

Nonostante stia ottenendo grande popolarità e successo tra passeggeri e driver, la piattaforma ha incontrato la resistenza delle autorità in alcune città, comprese le più importanti della Germania, proprio perché è difficile far passare l’idea che si possa essere autisti, regolari e con assicurazione propria, anche senza possedere la licenza standard da tassista.

Evidente la soddisfazione di Fabien Nestmann, portavoce di Uber in Germania, che ha commentato:

Siamo lieti di continuare a offrire il nostro innovativo servizio nelle città tedesche. Vogliamo contribuire ad aumentare la concorrenza e migliorare i servizi di trasporto urbano, a vantaggio sia dei clienti che degli autisti.

La sharing economy alla Camera dei Deputati

Mentre Uber festeggia questo primo passo in avanti in Germania (dopo aver incassato l’ok dell’Antitrust italiana), la sharing economy è sempre più al centro del dibattito mondiale. I cambiamenti imposti dalla crisi hanno accelerato l’evoluzione dell’economia basata su Internet e la condivisione: degli spazi, delle risorse, del lavoro. Prospettive tanto interessanti quanto controverse, basti pensare alle critiche verso RbnB o a Uber, le forti polemiche sollevate da chi si sente depauperato e l’incoraggiamento dei clienti che considerano il vantaggio economico.

Di tutto questo si parlerà a metà settembre (data ancora da definire) alla Camera dei Deputati in un evento che avrà una parte politica, nella quale si parlerà delle normative, e un panel con startup e aziende operanti nel settore. Tra le quali anche Uber.

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