Privacy sul cloud, Microsoft sfida il governo USA

Un giudice federale ha chiesto la consegna delle email di una persona indagata dal governo. Microsoft non rispetterà l'ordine della corte e farà appello.
Un giudice federale ha chiesto la consegna delle email di una persona indagata dal governo. Microsoft non rispetterà l'ordine della corte e farà appello.

Continua lo scontro tra Microsoft e le autorità federali degli Stati Uniti. Un mese fa, il giudice della Corte Distrettuale di New York aveva obbligato l’azienda di Redmond a consegnare le email di un utente, conservate su un server situato in Irlanda. In attesa dell’appello, l’applicazione della sentenza era stata sospesa, ma i procuratori hanno dichiarato che la decisione non è appellabile. Nonostante ciò, Microsoft non fornirà al governo nessuna email, in quanto la privacy dei suoi utenti è sacra.

Il giudice Loretta Preska aveva affermato che Microsoft deve consentire l’accesso all’account dell’utente, in seguito ad un mandato di perquisizione, anche se i server risiedono fisicamente in un altro stato. La sentenza stabilisce che si deve considerare la nazionalità del fornitore del servizio, non la posizione geografica dei data center. La rimozione della sospensione comporta l’immediata consegna delle email oggetto di indagine, ma gli avvocati di Microsoft sostengono che tale richiesta è illegale, in quanto il governo statunitense non ha giurisdizione in Irlanda. Solo in presenza di accordi internazionali, l’azienda è obbligata a rispettare gli ordini della corte.

Per Microsoft non si tratta solo di rispetto della privacy, ma anche di una questione di immagine. Pochi giorni fa, il Chief Privacy Officer Brendon Lynch aveva sottolineato che questo caso potrebbe avere importanti implicazioni all’esterno degli Stati Uniti. Altri governi potrebbero chiedere email conservate sui server situati in altri paesi. All’inizio del mese, infatti, nel Regno Unito è stata approvata una legge che obbliga le aziende a consegnare le email conservate in qualsiasi parte del mondo, anche appartenenti a statunitensi che non sono mai stati nel Regno Unito.

In seguito alla rivelazioni di Edward Snowden, Microsoft era stata accusata di collaborare con la NSA, agevolando le intercettazioni delle comunicazioni. Sfidando un ordine della corte, l’azienda di Redmond vuole riguadagnare la fiducia degli utenti, dimostrando che il rispetto della loro privacy è molto importante. Microsoft ha ricevuto supporto anche da altri big, tra cui Apple, Cisco, AT&T e Verizon.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti