Broadband mobile, l'Europa vuole più frequenze

La Commissione Europea ha descritto il piano che prevede l'assegnazione al broadband mobile delle frequenze oggi occupate dal digitale terrestre.
La Commissione Europea ha descritto il piano che prevede l'assegnazione al broadband mobile delle frequenze oggi occupate dal digitale terrestre.

La crescente diffusione dei dispositivi mobile potrebbe in futuro avere ripercussioni sulla disponibilità di banda per le connessioni wireless ad alta velocità. Oggi il problema non esiste, ma la Commissione Europea vuole anticipare i tempi per rispettare le scadenze dell’Agenda Digitale. Per questo motivo, è stato messo a punto il piano che prevede l’armonizzazione dello spettro nella banda UHF, in particolare della banda 700 MHz, attualmente impegnata dalle trasmissioni digitali terrestri.

Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea, ha presentato un report dell’ex commissario Pascal Lamy, che illustra come usare lo spettro UHF in modo efficiente nei prossimi anni. Le frequenze comprese tra 694 e 790 MHz sono considerate le più pregiate, in quanto permettono di offrire una maggiore copertura, utilizzando antenne di dimensioni ridotte per la trasmissione e la ricezione del segnale. Dopo aver incontrato i dirigenti delle emittenti, degli operatori telefonici e delle associazioni di categoria, Lamy ha proposto la formula “2020-2030-2025”, in base alla quale il quarto pilastro dell’Agenda Digitale verrà rispettato in tre passi.

A partire dal 2020, la banda 700 MHz, attualmente occupata dal digitale terrestre, dovrebbe essere assegnata al broadband wireless. La transizione deve avvenire in modo graduale per minimizzare i costi e soddisfare le diverse esigenze delle emittenti televisive in tutta Europa. I broadcaster potranno usare le frequenze 694-790 MHz fino al 2030, ma nel 2025 il piano verrà aggiornato per valutare i progressi tecnologici e l’andamento del mercato.

Tre stati europei – Germania, Finlandia e Svezia – hanno già assegnato i 700 MHz al broadband wireless. In Italia, invece, la situazione è più complessa. Le frequenze comprese tra 698 e 786 MHz sono oggi occupate da numerosi canali, la maggioranza dei quali appartengono a Mediaset. Ecco perché l’azienda di Cologno Monzese è stata invitata agli incontri organizzati dalla Commissione Europea.

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