Jonathan Ive tra Apple Watch e Steve Jobs

Jonathan Ive spiega come la tradizione e il futuro abbiano contribuito alla definizione di Apple Watch: il tutto, non dimenticando le radici di Steve Jobs.
Jonathan Ive spiega come la tradizione e il futuro abbiano contribuito alla definizione di Apple Watch: il tutto, non dimenticando le radici di Steve Jobs.

Mai come in questa settimana Jonathan Ive, solitamente molto riservato e poco incline alle apparizioni pubbliche, è sotto i riflettori. Lo si è visto qualche giorno fa a Parigi, in compagnia di Anna Wintour per presentare il nuovo Apple Watch in occasione della settimana della moda. Ed è proprio una rivista fashion a riportarlo nuovamente agli onori della cronaca: Vogue ha deciso di dedicare al designer un lungo profilo, tra Steve Jobs e il nuovo orologio multimediale.

Partendo proprio da Apple Watch, un dispositivo su cui Jonathan Ive pare abbia riposto grandi speranze, il designer ribadisce come non si tratti di un prodotto nato per inseguire un mercato. In quel di Cupertino si lavorerebbe sul progetto già da tre anni, da prima che il mercato degli smartwatch potesse prendere piede. L’obiettivo dichiarato soltanto uno: rendere nuovamente attuale un oggetto che, dati i numerosi terminali da taschino oggi disponibili per l’utente, rischiava di diventare obsoleto.

Un percorso, quello per arrivare ad Apple Watch, che avrebbe toccato tutte le tappe fondamentali dell’evoluzione dell’orologio: da quelli pubblici nelle antiche piazze bavaresi agli esemplari da taschino dei nobili, dai cronometri militari ai primi orologi da polsino. Una storia che sarebbe tutta racchiusa in Apple Watch, sia a livello di estetica che di funzionalità software. Non a caso, a differenza di molti competitor di settore, Apple ha fatto proprie alcune tradizioni tipiche dei mastri orologiai: l’impiego di vetri protettivi in cristallo di zaffiro, la scocca dall’alluminio all’acciaio passando per l’oro, i cinturini in maglia milanese o in tradizionale pelle.

Apple Watch non è solamente tradizione, ma anche futuro. Un orizzonte tecnologico che Ive non vuole sia soffocante e trasbordante di feature, ma in grado di riportare gli umani a una comunicazione più emozionale ed emozionante:

Sapete quanto spesso la tecnologia tenda a inibire, anziché facilitare, una comunicazione più sfumata e sottile. Abbiamo passato molto tempo a realizzare questo speciale meccanismo interno, combinato con l’altoparlante incluso. Puoi selezionare una persona e trasmettere il tuo battito. Sentirai questo tocco molto gentile e avvertirai il mio battito cardiaco. È il ritorno a una comunicazione molto delicata.

Il futuro del designer e della Mela non dimentica però le proprie origini, quelle nate con Steve Jobs. Ive spiega come il loro rapporto sia stato da subito molto stretto, data la comunanza di intenti e di visione sul mondo. Un perfetto puzzle che si è composto senza fatica e che ha permesso, negli anni, di lanciare grandi prodotti.

Quando capisci che il modo con cui interpreti il mondo è abbastanza eccentrico, ti senti in qualche modo ostacolato e solo. Credo che entrambi abbiamo percepito il mondo nella stessa maniera.

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