Chrome porterà il Material Design nel browser

Google ha intenzione di portare le animazioni e gli effetti di transizioni del Material Design, già visti su Android 5.0 Lollipop, anche in ambito Web.
Google ha intenzione di portare le animazioni e gli effetti di transizioni del Material Design, già visti su Android 5.0 Lollipop, anche in ambito Web.

La rivoluzione dell’interfaccia da parte del Material Design è ciò che maggiormente distingue il sistema operativo Android 5.0 Lollipop dai suoi predecessori. Una novità che al momento riguarda solo l’ambito mobile, ma che Google ha intenzione di estendere al più presto anche all’ambito Web, attraverso l’implementazione della Navigation Transitions API all’interno del browser Chrome.

Questo permetterà, ad esempio, di mostrare sullo schermo delle eleganti animazioni per il caricamento e il posizionamento dei vari oggetti che costituiscono una pagina, ovvero immagini, paragrafi, pulsanti e altro ancora. Attualmente questo non avviene, se non delegando ai webmaster il compito di creare complesse soluzioni basate su codice Ajax, CSS ecc. La norma, oggigiorno, è veder comparire di colpo ogni elemento di colpo non appena il browser ne ha effettuato il rendering. Il risultato, una volta che la nuova API di Mountain View sarà messa a disposizione, è quello mostrato nel video in streaming di seguito (all’incirca dal minuto 54:10 a 59:30).

L’idea è quella di rendere le pagine Web sempre più simili alle applicazioni mobile, sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda l’interazione. Google desidera comunque spingersi oltre. La demo visibile nel filmato mostra un link che dall’interno di un sito porta all’apertura di un’app mobile: selezionarlo non causerà solo il lancio del software, ma anche una transizione fluida tra le due interfacce.

Al momento il progetto si trova in fase sperimentale e non è dato a sapere quando l’API verrà rilasciata pubblicamente. Le premesse sono comunque interessanti, soprattutto se si tiene in considerazione che il suo utilizzo richiederà uno sforzo minimo da parte dei collaboratori e non andrà a costituire alcun tipo di incompatibilità con i browser che non saranno pronti a supportarla (in altre parole tutti quelli differenti da Chrome, almeno all’inizio).

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