Due braccia robotiche per un uomo amputato

Un uomo rimasto senza braccia per quarant'anni ora torna ad averle grazie a due protesi robotiche altamente tecnologiche: ecco la storia di Les Baugh.
Un uomo rimasto senza braccia per quarant'anni ora torna ad averle grazie a due protesi robotiche altamente tecnologiche: ecco la storia di Les Baugh.

In futuro Les Baugh sarà forse ricordato come un pioniere nel’ambito dell’ingegneria biomedica: vittima circa quarant’anni fa di un tragico incidente elettrico che lo ha portato a dover subire l’amputazione di entrambe le braccia, oggi è tornato a poter effettuare alcune azioni che gli sono state impossibili per decenni. Questo grazie alle protesi robotiche realizzate e installate da un team di ricercatori del John Hopkins University Applied Physics Laboratory, connesse direttamente al sistema nervoso mediante il tessuto all’altezza delle spalle.

Questo permette a Baugh di compiere alcuni movimenti degli arti semplicemente pensandoli. Si tratta di un processo lungo e difficile, che richiede un vero e proprio addestramento per insegnare al cervello come comandare le articolazioni, ma che già consente all’uomo di effettuare operazioni basilari come afferrare un oggetto e spostarlo. È il primo esperimento di questo tipo a livello mondiale: mai prima d’ora era stato portato avanti un progetto simile su persone che hanno perso entrambe le braccia. Ciò rappresenta senza alcun dubbio una speranza concreta per il futuro di chi, a causa di traumi o malattie, si trova nelle stessa situazione.

Presto Les Baugh sarà in grado di utilizzare nuovamente le proprie mani per compiere azioni che ogni giorno si danno per scontato, ma che dopotutto sono quelle che consentono di vivere quotidianamente in modo indipendente dagli altri. Osservando il filmato la risulta quasi impossibile non associare le immagini a quelle dei tanti film di fantascienza o ai videogame (Deus Ex: Human Revolution) che in passato hanno toccato il tema degli impianti robotici nel corpo umano. Fortunatamente in questo caso non si tratta di fiction, ma dell’ennesima dimostrazione di come il progresso tecnologico possa apportare benefici concreti nell’ambito della cura delle patologie e nel migliorare la qualità della vita delle persone.

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