3DRacers: la stampa 3D per giocare a Km zero

Macchinine personalizzabili da stampare in 3D e pilotare mediante un'app per smartphone: è 3DRacers, progetto lanciato in crowd funding da SPQwoRk.
Macchinine personalizzabili da stampare in 3D e pilotare mediante un'app per smartphone: è 3DRacers, progetto lanciato in crowd funding da SPQwoRk.

Stampa 3D, crowd funding, modellazione tridimensionale, Arduino, applicazioni mobile e tanto, tanto divertimento. Sono gli ingredienti messi da team romano SPQwoRk nel calderone di 3DRacers, progetto lanciato oggi sulla piattaforma di crowd funding Indiegogo. Si tratta del primo gioco di macchinine telecomandate al mondo che non dev’essere acquistato (almeno non nella sua interezza), ma può essere prodotto da chiunque direttamente in casa.

Macchinine fai-da-te

L’idea è quella di mettere a disposizione dell’utente un completo editor online dedicato alla personalizzazione delle vetture, accessibile e fruibile anche da chi non ha alcuna dimestichezza con programmi o software professionali. Seguendo la procedura guidata è possibile generare in pochi minuti un modello tridimensionale dell’auto, scegliendo carrozzeria, ruote, spoiler posteriori e altri accessori decorativi, decidendo il colore di ogni singolo elemento. Una volta terminato il processo basta un click per salvare il file STL da dare in pasto ad una stampante 3D, producendo così le parti che poi andranno assemblate a mano.

L'editor online per disegnare le macchinine di 3D Racers

L’editor online per disegnare le macchinine di 3DRacers

Arduino, Bluetooth e app mobile

All’interno si trova una scheda programmata con Arduino, il cui compito è quello di ricevere i comandi da un’applicazione per smartphone (tramite Bluetooth Smart 4.0) o da un radiocomando, così da poter pilotare le macchinine in modalità wireless. Una volta pronte, le auto di 3DRacers possono sfrecciare su circuiti improvvisati o all’interno di piste più elaborate, dando vita a gare in cui sono necessari abilità e sangue freddo, dall’inizio all’ultima curva. L’applicazione mobile, disponibile per Android e iOS, tiene il conto dei giri e dei pit stop effettuati, permettendo la creazione di sfide Battle Mode.

Tutti coloro che ne hanno le competenze possono sfruttare la porta USB presente sulla board (utile anche per ricaricare la batteria) al fine di riprogrammarla con Arduino. L’intero progetto è infatti caratterizzato dalla filosofia open, con l’obiettivo di creare una community in grado di contribuire attivamente alla sua evoluzione tramite feedback, critiche costruttive e miglioramenti di ogni tipo.

La campagna di crowd funding

Per finanziare il progetto, i ragazzi di SPQwoRk hanno scelto la piattaforma di crowd funding Indiegogo. L’obiettivo iniziale è quello di raccogliere 25.000 dollari e a poche ore dal debutto è già stata superata la soglia dei 4.000 dollari, con ancora oltre un mese a disposizione. Per chi è interessato, la spesa minima per l’acquisto del kit Barebone è pari a 35 dollari (circa 31 euro): sono contenute le parti meccaniche necessarie al movimento dei modellini (asse, sterzo ecc.) e la scheda per la comunicazione con smartphone o radiocomando. Con una spesa maggiore è ovviamente possibile accedere a pacchetti più corposi che includono ad esempio batterie extra, un circuito in PVC o macchinine già stampate.

3D Hubs e manifattura condivisa

Nel corso della presentazione, andata in scena a Roma ma con eventi satellite a Milano e in altre città, Marco d’Alia di SPQwoRk ha parlato più volte di manifattura condivisa. È ciò che rende 3DRacers ancora più interessante, poiché lo identifica come una sorta di “gioco a Km zero”, che chiunque può costruire da sé ricorrendo all’utilizzo di una stampante 3D.

Trattandosi di macchinari non ancora alla portata di tutte le tasche, chi desidera utilizzarne senza acquistarla può affidarsi ad una piattaforma come 3D Hubs, partner ufficiale del progetto, di cui si è già parlato più volte su queste pagine. È un network che mette in comunicazione chi possiede una stampante con tutti coloro che vorrebbero realizzare degli oggetti tridimensionali, facendo così incontrare domanda e offerta. La dinamica di funzionamento è molto semplice: si visita il sito ufficiale, si cerca il service più vicino tramite una comoda mappa e lo si contatta per accordarsi su modalità di stampa e pagamento, dopodiché si procede con l’invio del file.

3D Hubs oggi conta oltre 10.000 stampanti 3D sparse in tutto il mondo. Se si considera ognuna di queste come una sorta di piccolo impianto capace di fabbricare oggetti di qualunque tipo, non risulta fuori luogo definire il portale come la più grande ed estesa rete produttiva dell’universo online.

YATTA!

La presentazione milanese di 3DRacers è stata ospitata da YATTA!, un makerspace promosso dal comune di Milano e gestito dall’Associazione Codice&Bulloni. Un laboratorio aperto a tutta la cittadinanza, con lo scopo di favorire la condivisione di competenze in ambito artigianale e digitale mediante l’organizzazione di eventi, workshop e corsi, che offre inoltre la possibilità di utilizzare macchinari come stampanti 3D e plotter per il taglio. Maggiori informazioni sulle iniziative promosse e sulle modalità di adesione ai progetti possono essere consultate sulle pagine del sito ufficiale.

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