ARM mbed, starter kit per la Internet of Things

ARM ha presentato uno starter kit che permette di sviluppare applicazioni e servizi per la IoT, sfruttando la piattaforma cloud Bluemix di IBM.
ARM ha presentato uno starter kit che permette di sviluppare applicazioni e servizi per la IoT, sfruttando la piattaforma cloud Bluemix di IBM.

ARM ha annunciato un kit che permetterà agli sviluppatori e ai maker di realizzare applicazioni e sevizi per la Internet of Things. ARM mbed IoT Starter Kit – Ethernet Edition consente di inviare i dati raccolti dai device IoT direttamente sulla piattaforma cloud Bluemix di IBM. Il kit è indirizzato agli utenti che hanno poca o nessuna esperienza nello sviluppo web e embedded, in quanto semplifica e velocizza la prototipizzazione degli smart device.

Lo starter kit è formato da due schede separate. La developer board integra un microcontrollore Freescale K64F Kinetis K64 basato sul chip ARM Cortex-M4 a 120 MHz, 256 KB di RAM, 1 MB di memoria Flash, una porta Ethernet e una porta USB. Sulla scheda sono presenti inoltre due connettori per la application shield, sulla quale sono saldati un display LCD con risoluzione di 128×32 pixel, un joystick a 5 vie, 2 potenziometri, uno speaker, un accelerometro a tre assi, un LED RGB e un sensore di temperatura. Sul sito IBM sono disponibili le istruzioni dettagliate per eseguire la configurazione iniziale.

Lo starter kit sfrutta solo la connessione Ethernet per l’accesso alla piattaforma cloud di IBM, ma in futuro verranno realizzate versioni con connettività WiFi, Bluetooth e cellulare. Inoltre, verrà aggiunto il supporto per il sistema operativo ARM mbed OS e il software ARM mbed Device Server che offrirà un ampio range di funzionalità per la sicurezza, comunicazione e gestione dei dispositivi. ARM non ha fornito dettagli su prezzi e disponibilità. I primi prodotti sviluppati usando il kit saranno sul mercato nel corso del 2015.

ARM e IBM sperano che lo starter kit possa incrementare la diffusione dei device IoT. Secondo le stime di Gartner, si prevedono 5 miliardi di “cose” connesse entro il 2015 e oltre 25 miliardi nel 2020.

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