Da Google il tablet per sconfiggere Ebola

Lo staff di Medici Senza Frontiere impegnato in Sierra Leone contro Ebola può contare su un nuovo alleato tecnologico: un tablet progettato da Google.
Lo staff di Medici Senza Frontiere impegnato in Sierra Leone contro Ebola può contare su un nuovo alleato tecnologico: un tablet progettato da Google.

L’attenzione riservata dai media alla diffusione di Ebola non è la stessa di alcuni mesi fa, ma questo non significa che l’emergenza sia ridimensionata: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il numero complessivo delle vittime ha finora superato quota 10.000. Il personale che opera nei paesi colpiti dall’epidemia continua a necessitare di aiuti per fronteggiare il virus. Google ha fornito il proprio appoggio, progettando e realizzando un tablet particolare, che può essere igienizzato tramite lavaggio con il cloro senza riportare alcun danno.

Fornito a Medici Senza Frontiere (MSF), il dispositivo torna utile a chi si trova a diretto contatto con i malati, per appuntare informazioni cliniche sui pazienti. Prima, il medico era costretto a scrivere su un foglio di carta, poi ad avvicinarsi al confine della zona sigillata (per evitare il contagio all’esterno) e urlare i dati ad un collega posto al di là della protezione, per poi distruggere il promemoria. In altre parole, il device fornito dal gruppo di Mountain View contribuisce a rendere più veloce e agile la trasmissione delle informazioni relative alla malattia. Racchiuso in una speciale scocca di policarbonato, può restare immerso fino a dieci minuti in una soluzione liquida per essere completamente decontaminato.

Il tablet resistente al lavaggio con il cloro, progettato da Google e messo a disposizione di Medici Senza Frontiere per la lotta contro Ebola in Sierra Leone

Il tablet resistente al lavaggio con il cloro, progettato da Google e messo a disposizione di Medici Senza Frontiere per la lotta contro Ebola in Sierra Leone

Il progetto è nato da un’idea di Jay Achar, medico di MSF che opera nella città Magburaka in Sierra Leone, laddove la patologia ancora rappresenta un grave problema per migliaia di persone. Dopo aver chiesto al suo collega Ivan Gayton di studiare un modo più efficiente per la gestione e il trasferimento delle cartelle cliniche, quest’ultimo si è rivolto alla community di sviluppatori presenti sulla piattaforma Google.org. L’iniziativa è stata sottoposta all’attenzione di bigG, che ha fornito il proprio supporto creando un tablet ad hoc. Al momento Eric D. Perakslis, medico della Harvard Medical School, è al lavoro con l’organizzazione per rendere open source la tecnologia alla base del dispositivo, così che possa essere impiegata anche in altri contesti, per combattere patologie differenti.

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