Amazon contro il regolamento della FAA sui droni

Amazon contro le regole della FAA americana sull'uso commerciale dei droni; l'America starebbe perdendo tempo prezioso rispetto ad altri paesi
Amazon contro le regole della FAA americana sull'uso commerciale dei droni; l'America starebbe perdendo tempo prezioso rispetto ad altri paesi

La scorsa settimana, la FAA americana (Federal Aviation Administration), l’equivalente dell’ENAC italiano, aveva autorizzato Amazon ad effettuare i primi test con i suoi droni abilitati al trasporto delle merci a patto di rispettare alcune regole piuttosto restrittive come il volo a vista e precisi limiti di quota. Ma al gigante dell’e-commerce la lentezza burocratica della FAA non piace affatto e punta il dito dritto al cuore del Governo affermando che gli Stati Uniti d’America si stanno muovendo troppo lentamente lasciando che altri paesi possano portarsi avanti in questo settore potenzialmente molto interessante dal punto di vista economico. Un chiaro riferimento, probabilmente, alla Cina dove Alibaba ha già iniziato test sul campo per le consegne tramite drone.

La FAA, effettivamente, ha impiegato oltre un anno e mezzo ad accordare ad Amazon le licenze di volo approvando un progetto del gigante dell’e-commerce. Tuttavia, a distanza di un anno, Amazon ha già evoluto il suo progetto, realizzando un drone molto più sofisticato per il quale però non vale l’autorizzazione emessa da FAA. Un periodo di attesa lunghissimo su cui Amazon punta il dito affermando, invece, come all’estero nessun ente abbia impiegato più di uno o due mesi a concedere le autorizzazioni e che soprattutto non è mai stata richiesto di provvedere a nuove omologazioni ogni volta che era sperimentato un nuovo modello.

Amazon contesta anche le stesse regole imposte dalla FAA sui voli dei droni per uso commerciale. L’autorizzazione concessa prevederebbe la necessità di volare a vista ed il controllo tramite un pilota umano, ma il gigante dell’e-commerce chiede un regolamento migliore per poter utilizzare velivoli quasi del tutto automatici che richiedano un minimo intervento umano e che possano soprattutto volare oltre la visuale del pilota. Dispositivi forse pericolosi alcuni anni fa ma oggi molto di meno grazie allo sviluppo delle intelligenze artificiali.

Amazon, dunque, contesta apertamente l’FAA, mentre applaude all’EASA, cioè all’agenzia europea per la sicurezza aera che sta trattando i droni come una nuova categoria di aeromobili. Ad appoggiare Amazon molti esperti del settore che affermano che se il regolamento americano non evolverà, molte aziende che lavorano a droni potrebbero decidere di emigrare oltre oceano.

Amazon ha comunque sottolineato la sua intenzione di realizzare flotte di droni che permettano di consegnare i prodotti ordinati entro un raggio di 10 miglia.

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