Google, la minaccia antitrust si fa concreta

Il Wall Street Journal ha rivelato come l'antitrust europea stia stringendo i tempi per portare ad un nuovo capitolo nelle accuse contro Google.
Il Wall Street Journal ha rivelato come l'antitrust europea stia stringendo i tempi per portare ad un nuovo capitolo nelle accuse contro Google.

La strada che porta Google sulla scrivania dell’antitrust Europea sembra farsi sempre più breve e la marcia sempre più rapida. A sottolineare l’evolversi improvviso degli eventi è il Wall Street Journal, secondo cui la Commissione UE avrebbe mosso passi formali decisivi che lasciano intendere come la questione è destinata a vivere un nuovo importante capitolo in tempi relativamente brevi.

Secondo il WSJ, in particolare, alcune aziende in precedenza protagoniste delle accuse nei confronti del colosso di Mountain View sarebbero state contattate dalle autorità europee nelle scorse settimane. La richiesta portata avanti dall’antitrust è quella di poter rendere pubbliche alcune delle informazioni depositate in seno all’accusa, utilizzando così il materiale raccolto per quella che potrebbe essere una denuncia formale nei confronti del motore di ricerca. L’estrema solerzia richiesta, in particolare, sembra essere l’indizio più chiaro di come la situazione vada evolvendosi: alle aziende contattate è stata richiesta una risposta entro 48 ore, lasciando così trapelare la fretta di procedere a conclusioni formali.

Se dalla commissione antitrust arriverà un passo decisivo verso la denuncia al seguito delle indagini degli ultimi anni, si aprirà un capitolo nuovo fatto di controdeduzioni, approfondimenti ed eventuali sanzioni. Va ricordato come una sanzione antitrust possa arrivare fino al 10% del fatturato dell’azienda, proiettando così il tutto addirittura oltre i 5 miliardi di dollari (vanno ricordate in passato le maxi-sanzioni comminate a Microsoft prima ed a Intel poi).

Le accuse contro Google sono di varia natura, ma il punto centrale sembra essere il modo in cui Google ha plasmato le proprie SERP inserendo link a propri servizi nelle posizioni di rilievo: non solo si privano posizioni privilegiate ai concorrenti, ma si andrebbe inoltre ad instaurare un meccanismo che ricicla automaticamente l’utenza su più servizi. Secondo i detrattori, insomma, Google avrebbe approfittato del proprio monopolio nella ricerca online per portare utenza anche ad altri servizi secondo una sorta di meccanismo a vasi comunicanti. Google da parte sua sembra poter giocare carte quali quelle di Google+, social network che nonostante il ponte diretto con Google non avrebbe mai saputo recuperare posizioni rispetto al network dominante (Facebook).

La vicenda non è dunque assolutamente chiusa, c’è margine anche per un ulteriore tentativo di riconciliazione tra le parti, ma gli ultimi indizi trapelati sembrano indicare quantomeno una accelerazione nelle procedure: l’UE sta per muoversi e per Google non sembrano essere del tutto buone notizie. Resta da capire quali siano i margini di trattativa dopo che più volte l’avvicinamento non è andato a buon fine sotto il mandato Almunia. La palla è in buona parte nelle mani di Margrethe Vestager, da pochi mesi a capo dell’antitrust europea

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