Google vuole trasformare le pareti in schermi

Depositato da Google il brevetto relativo ad una tecnologia che permetterà di sfruttare i muri dell'abitazione come degli schermi di grandi dimensioni.
Depositato da Google il brevetto relativo ad una tecnologia che permetterà di sfruttare i muri dell'abitazione come degli schermi di grandi dimensioni.

L’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ha attribuito a Google la paternità di un nuovo brevetto chiamato “Method and apparatus for themes using photo-active surface paint”, che tradotto può essere interpretato come “Metodi e apparati per temi utilizzando una vernice fotoattiva per le superfici”. In altre parole, bigG ha intenzione di trasformare le pareti in grandi schermi, grazie all’impiego di una particolare vernice sensibile alla luce.

Il sistema si compone anche di un proiettore (in alcuni casi laser), incaricato di emettere un fascio luminoso quando necessario. La componente davvero rivoluzionaria è però rappresentata dalla già citata vernice: questa rende i muri del tutto simili a giganteschi display e-ink, capaci di mostrare una qualsiasi immagine che non cambierà finché non ne verrà proiettata una nuova. Un approccio di questo tipo non richiederebbe dunque l’emissione continua della luce, ma solo quando è necessario cambiare ciò che viene visualizzato sulla parete. Al momento non è dato a sapere quale sia la finalità del progetto, se la commercializzazione, l’impiego in ambito pubblicitario o altro ancora.

Un'immagine contenuta nella documentazione del brevetto di Google

Un’immagine contenuta nella documentazione del brevetto di Google

Nella documentazione del brevetto si fa riferimento alla possibilità di proiettare sui muri immagini specifiche in base alle condizioni meteo dell’ambiente esterno. La frequenza di aggiornamento dovrebbe inoltre essere sufficiente per la visualizzazione di video e filmati, trasformando così una parete in un grande televisore. Lavorando un po’ di fantasia è dunque possibile immaginarne l’utilizzo in locali aperti al pubblico o nelle sale per le riunioni. Interpellata dalla redazione del sito Quartz per un chiarimento sulla questione, l’azienda californiana ha risposto quanto segue.

Registriamo brevetti relativi a molte idee, alcune delle quali diventano successivamente prodotti o servizi reali, mentre altre no. Gli annunci di nuovi prodotti non devono necessariamente essere riferiti alle nostre proprietà intellettuali.

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