Self-driving car e privacy: i dubbi di Audi

Il numero uno di Audi esprime le proprie perplessità in merito ai potenziali pericoli per i dati personali insiti nelle tecnologie di guida autonoma.
Il numero uno di Audi esprime le proprie perplessità in merito ai potenziali pericoli per i dati personali insiti nelle tecnologie di guida autonoma.

L’evoluzione dei progetti riguardanti la guida autonoma solleva legittimi dubbi e perplessità in merito alla privacy. A parlarne è stato Rupert Stadler, CEO di Audi, nel corso di un evento andato in scena a Berlino a cui ha partecipato anche Eric Schmidt. Il riferimento è al rispetto dei dati personali da parte dei software che gestiscono le self-driving car, in un settore dove Google è all’avanguardia, grazie al suo progetto ormai pronto per il debutto su strada.

L’automaker tedesco è particolarmente attento a questo aspetto, tanto da schierarsi apertamente dalla parte dell’utenza quando si parla del possibile impiego delle informazioni con finalità pubblicitarie o commerciali. Molte persone trascorrono una parte non indifferente della giornata all’interno dell’abitacolo, tanto da renderlo una sorta di seconda casa. Ne consegue che l’auto diventa un ambiente privato, un contesto che dev’essere protetto e tutelato, non un territorio a cui guardare come potenziale fonte di reddito per chi opera nel campo dell’advertising (gli inserzionisti potrebbero proporre pubblicità fortemente mirate, sulla base degli spostamenti), del commercio o ad esempio delle assicurazioni.

Al giorno d’oggi l’automobile è come un secondo salotto. È privato. L’unica persona che ha bisogno di accedere alle informazioni di bordo è il cliente. Audi considera questo aspetto in modo serio. Il cliente vuole essere messo al centro dell’esperienza, non sfruttato.

Più che un semplice intervento ad una conferenza, quella di Stadler può essere letta come una vera e propria dichiarazione d’intenti. L’azienda dei quattro cerchi, anch’essa impegnata nello sviluppo di un’auto a guida autonoma, mette in chiaro che la tecnologia non sarà mai impiegata in modo lesivo per la privacy dell’automobilista, ma esclusivamente a suo vantaggio. Restando in tema di software dedicati alla guida autonoma, il mese scorso Reuters ha riportato un’indiscrezione secondo la quale Audi, in partnership con BMW, Mercedes-Benz e General Atlantic, starebbe tentando di acquisire da Nokia il servizio HERE per la mappatura e la navigazione stradale.

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