Una infografica per la Cookie Law

Messaggio ancora più semplificato del Garante sulla cookie law, ma serve solo alle interpretazioni assurde: i problemi veri restano.
Messaggio ancora più semplificato del Garante sulla cookie law, ma serve solo alle interpretazioni assurde: i problemi veri restano.

L’autorità garante per la protezione dei dati personali è nuovamente intervenuta sulla normativa dei cookie. Dopo vari interventi estemporanei (poco apprezzati) su qualche testata giornalistica e un aggiornamento che ha avuto il merito quasi impossibile di confondere ancora di più le idee, questa volta ci si affida a una infografica. Nessuna novità rispetto a chi ha letto e commentato di recente la norma, ma la sua sintesi dovrebbe riuscire a scongiurare gli incredibili travisamenti di questi giorni.

In questi ultimi dieci giorni si è davvero sentito di tutto, per colpa, bisogna dirlo, anche di alcuni media e giornalisti che hanno rincorso i click con titoli aggressivi e allarmistici. La cookie law è stata oggetto di diversi articoli su Webnews, dove ogni suo aspetto è stato sviscerato e spiegato. Nonostante questo e nonostante la corretta distinzione tra cookie tecnici e profilanti, molti hanno confuso banali tools come un analytics o un Adsense come elementi che addirittura avrebbero costretto centinaia di migliaia di blogger a pagare la notifica del costo di 150 euro all’authority. Ovviamente si tratta di una classica deriva delle interpretazioni, che escono dai margini della direttiva europea e della norma italiana chiamata a interpretarla.

L’infografica riprodotta sul sito del Garante è l’ennesimo tentativo di chiarire l’applicazione della cookie law. Ha il pregio di farlo, in breve, graficamente, e di rispondere alle più comuni domande su cosa si deve fare: informativa, banner e/o notifica? Qui le risposte.

DIDA

L’infografica del garante sulla cookie law specifica ogni obbligo a seconda dei cookie utilizzati. Come si nota, chiarisce i due punti più discussi in assoluto sui media e sui social, che hanno prodotto allarmismi fuori controllo: la questione degli analytics di terza parte, che però è più un caso scuola che altro. Se il sito web utilizza degli analytics di terze parti con il titolare del sito in grado di compartecipare all’identificazione dei visitatori, ci sono tutti gli obblighi. Il caso, tuttavia, è solo una versione particolare e remotissima del caso generale, che invece non prevede altro che una comune informativa. Confermata anche la distinzione tra cookie profilanti di prima e terza parte: solo nel primo caso il titolare del sito è anche responsabile del trattamento dei dati, quindi deve notificare al Garante.

L’opt-in e l’applicazione extra EU

Webnews ha già detto la sua a proposito dei veri difetti congeniti della norma sui cookie. Innanzitutto, l’opt-in che prevede il blocco dei cookie profilanti sui siti che ne fanno uso, che comporta un costo tecnico per i gestori di un sito e non sembra davvero fare la differenza rispetto all’obiettivo di informare le persone sulle potenzialità dei loro browser. Inoltre c’è la questione, a cui l’autorità non ha ancora risposto, della reale applicabilità della norma per tutti i siti installanti cookie di terze parti, ovunque abbiano sede.

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