Apple Music: revenue sharing del 71,5% in USA

Arrivano dagli USA le prime indiscrezioni sul modello di revenue sharing scelto da Apple per Apple Music: il 71,5% sarà versato ai detentori dei diritti.
Arrivano dagli USA le prime indiscrezioni sul modello di revenue sharing scelto da Apple per Apple Music: il 71,5% sarà versato ai detentori dei diritti.

Giungono dagli Stati Uniti le prime informazioni sul revenue sharing di Apple Music, il nuovo servizio di streaming musicale dalla società di Cupertino. Secondo quanto riportato da Re/Code, le percentuali scelte da Apple sono del tutto in linea con la media di mercato: il 71,5%.

È Robert Kondrk, vicepresidente dei contenuti iTunes, a confermare alla testata statunitense il modello di revenue sharing accordato con i detentori dei diritti, almeno negli Stati Uniti. Dal ricorso ad Apple Music per gli abbonamenti e lo streaming on demand, infatti, le etichette statunitensi otterranno il 71,5% dei profitti. Non è ancora chiaro, invece, se la stessa percentuale verrà applicata anche al di fuori dei confini degli Stati Uniti, sebbene rimanga comunque nella media di circa il 73% mondiale.

Pur rimanendo di qualche punto percentuale maggiore rispetto alla media a stelle e strisce, attorno al 70%, la società di Cupertino non attiverà il revenue sharing durante il periodo di trial gratuita del servizio, della durata di ben tre mesi rispetto ai canonici 30 giorni della concorrenza. Un fatto che sembra indirettamente confermare l’interesse delle case discografiche per l’environment digitale targato mela morsicata, per accettare un periodo così lungo privo di royalties. Sebbene i pagamenti siano infatti praticamente il linea con il resto del mercato, Apple Music attira le curiosità dei publisher grazie alla grande diffusione di iOS e OS X, su cui sarà preinstallato, nonché per l’assenza di uno streaming on demand gratuito.

Sempre secondo la testata in oggetto, inoltre, i versamenti saranno inoltrati principalmente alle etichette, ai compositori e agli editori, così come consuetudine, mentre non è ancora ben chiaro se i musicisti potranno approfittare di una raccolta diretta delle royalties. Così come Re/Code giustamente specifica, questo ultimo elemento dipende anche dai singoli contratti che gli artisti hanno stretto con le loro case discografiche di riferimento.

Come già noto, Apple Music sarà disponibile in 100 nazioni a partire dal 30 giugno e prevederà tre sezioni distinte: Music, per lo streaming on demand, Radio per l’ascolto delle stazioni come Beats 1, e infine il social network Connect.

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