Il Food Hackathon di Microsoft

Premiati i progetti ideati nella maratona di 48 ore promossa da Microsoft e dedicata al futuro del cibo.
Premiati i progetti ideati nella maratona di 48 ore promossa da Microsoft e dedicata al futuro del cibo.

Mentre fuori il sole splendeva un centinaio di ragazzi si sfidavano per convincere una giuria di aver trovato una buona idea innovativa per migliorare il settore agro-alimentare grazie ai Big Data e all’Internet of Things. Questo è lo spirito degli hackathon riusciti bene, come quello organizzato da Microsoft al Talent Garden di Milano, nella nuova (fantastica) sede di via Calabiana. Quattro le idee vincitrici nelle varie sfide ideate.

Salutata da Doug Hickey, commissario generale del padiglione Usa a Expo Milano e da Scott Klein, data Evangelist di Microsoft, la maratona di 48 ore sul tema del food, parte del lungo programma “Feeding the Accelerator”, ha visto questi ragazzi appassionati di tecnologia ed innovazione impegnarsi nel trovare nuove soluzioni per il mondo del cibo e il settore agro-alimentare, lavorando su un dataset fornito dal PTP Science Park di Lodi, il Parco Tecnologico Italiano che opera nei settori dell’agroalimentare, della bioeconomia e delle scienze della vita. I tre ambiti erano Data Modeling, Data Visualization e Data & IoT.

Cosa c’entrano le capre?

Quando Francesco Strozzi e Ezequiel Nicolazzi, del Parco Tecnologico Padano, hanno iniziato la loro presentazione con alcune slide sulle capre qualche sviluppatore deve aver pensato di aver sbagliato hackathon. Invece il set di dati fornito era davvero un grande archivio di dati genetici, fenotipici e climatici su una specie particolare di capra. Per quale ragione? Perché in fondo il corredo genetico è come una lunghissima sequenza binaria e gli strumenti di database e machine learning forniti da Microsoft per l’occasione erano una piattaforma ideale dalla quale partire.

Bella idea quella di fornire ai partecipanti non solo schede, bottoni, hardware e software di vario tipo lasciandoli smanettare, ma anche un vero scenario teorico di allevamento per indurre subito la riflessione su come le tecnologie possono essere un formidabile aiuto per sviluppare questa pratica nei paesi dove la fame è ancora un nemico da combattere e le condizioni ambientali sono più severe. A disposizione dei ragazzi caratteristiche genetiche ed ambientali di una razza animale, le informazioni climatiche del territorio in cui vive.

La sfida del Data Modeling è stata vinta dal progetto DIBRIS che ha utilizzato al meglio gli strumenti di Microsoft per individuare le caratteristiche genetiche delle capre del Marocco e valutarne l’adattabilità alle varie condizioni climatiche. Il team si è particolarmente distinto nella presentazione, accompagnando la giuria in Marocco con la storia di Yusuf, il pastore esperto di genetica.

La seconda sfida, incentrata sulla visualizzazione dei dati – impresa mai abbastanza apprezzata e invece fondamentale nella divulgazione scientifica e nella realizzazione di prodotti informatici – ha dato libero sfogo alla fantasia dei maratoneti per trovare rappresentazioni grafiche che consentissero di mettere in evidenza caratteristiche salienti, ditribuzioni, raggruppamenti o altri elementi fondamentali dei dati analizzati. Si è distinto il progetto SILLY BILLY: il team, dopo un’analisi con gli strumenti di classificazione e apprendimento ha realizzato un’applicazione (Goat Finder) sfruttando Excel per l’integrazione dei dati climatici degli USA presenti sul Web al fine di predire quale razza di capra sarebbe stata in grado di vivere meglio nei vari stati americani.

È stato assegnato anche un riconoscimento speciale ad un team che ha unito le due sfide di Data Modeling e Visualization. Il team di SUPER GOAT ha dimostrato curiosità e ottime capacità nell’utilizzare in modo corretto le varie tecnologie messe a disposizone per portare a termine un’esaustiva analisi e correlazione dei dati genetici e climatici; il premio speciale è stato assegnato per premiare la loro chiarezza espositiva e una spiccata proprietà di linguaggio.

Il pezzo forte sono sempre gli IoT. L’ultima sfida riguardava questa connessione, sulla quale molto ha insistito Fabio Santini, direttore della divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia, spiegando ai ragazzi che in fondo «la rete già da anni produce grandi quantità di dati, e anche l’Internet delle cose esiste da tempo; la differenza è che oggi abbiamo la possibilità di trattarli con piattaforme a basso costo, disponibili per molte persone».

Alle prese con schede e diversi tipi di sensori per realizzare un sistema in grado di rilevare dati in tempo reale e trasferirli su Microsoft Azure, per poi elaborarli, memorizzarli ed integrarli con i Big Data forniti, il progetto considerato più innovativo e fantasioso è stato quello del team CARMELO, che ha sfruttato una rete di dispositivi interconnessi tramite un protocollo di comunicazione a corto raggio per realizzare un sistema di monitoraggio del sistema produttivo tipico dell’industria casearia. Il team ha realizzato un’applicazione mobile per avere costantemente sotto controllo ogni parametro tarmite una dashboard aggiornata in tempo reale.

Questo il commento finale di Santini:

Crediamo che l’innovazione sia una leva necessaria per consentire all’industria del food di crescere ed affrontare con successo le prossime sfide di business. I progetti presentati hanno messo in luce le capacità dei giovani startupper, le competenze, la creatività e il loro approccio innovativo agli strumenti soprattutto in un ambito come quello agroalimentare. Oggi abbiamo visto come questa capacità di visione possa essere davvero il fondamento per un nuovo sistema food sostenibile.

Cosa sta cambiando nel food

Se ne è parlato molto a Seed&Chips, dove per la prima volta è stato presentato il programma di accelerazione Usa Pavillon – Microsoft: Big data e Internet of Things saranno indispensabili per sopravvivere all’altrimenti matematica carestia di cibo dei prossimi decenni. Anche se sembra incredibile, si metteranno in connessione cose che non si sarebbe mai immaginato, dalle api e mucche, alle verdure e i vitigni. Non si produrrà più cibo seminando e inaffiando, ma progettando semine e controllando secondo per secondo la coltivazione, così come le capacità degli animali.

Attraverso sensori e analisi dei dati non si avrà, contrariamente a quello che si crede, un’alimentazione più artificiale, ma assai meno, perché la tecnologia viene messa al servizio dell’efficienza. La qualità di un prodotto deriva dalla possibilità di non dover alterare nulla del processo naturale, per il semplice fatto che lo si conosce molto meglio: la chimica dei terreni, i microcambiamenti climatici, i comportamenti e reazioni degli animali, non avranno più segreti grazie all’analisi dei dati.

Il fondatore di TAG, Davide Dattoli, è convinto che la tecnologia più impattante dei prossimi anni sarà proprio il cibo:

C’è grande interesse nei confronti del mondo food e di quante possibilità ci siano per cambiarlo e migliorarlo grazie ai dati e all’Internet of Things. Viviamo in un periodo di grandi cambiamenti e il settore dell’alimentazione sarà quello in cui ci saranno le maggiori innovazioni tecnologiche, le idee emerse durante l’hackathon ne sono una dimostrazione.

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