My Energy Meter: conoscere, capire, risparmiare

Monitorare i consumi della propria abitazione significa capire la propria bolletta: sapere significa capire e capire significa risparmiare.
Monitorare i consumi della propria abitazione significa capire la propria bolletta: sapere significa capire e capire significa risparmiare.

Negli ultimi anni hanno raccolto importanti favori tutte le nuove proposte di energie alternative, anche per l’autoconsumo e l’adozione casalinga, con cui tagliare i consumi in favore di risparmio, riduzione dei consumi e sostenibilità. Poca attenzione è invece ancora rivolta al tema dell’efficienza, una forza uguale e contraria che può sortire effetti ancora più importanti sia nel breve che nel lungo periodo.

La disparità di trattamento deriva anzitutto da questioni comunicative, nonché da un certo fascino costruito attorno all’energia rinnovabile che in qualche modo eleva lo status di coloro i quali cullano la propria sensibilità con spirito attivista. Nell’efficientamento, però, si possono ricavare importanti sacche di risparmio e, soprattutto si opera nel modo più puro e coerente sia per favorire il proprio portafoglio che per migliorare l’impatto ambientale della propria casa, della propria famiglia e dei propri comportamenti.

Il ragionamento parte dal problema e termina con una possibile soluzione: My Energy Meter. La cui importanza emerge dalla piena consapevolezza del fatto che solo la conoscenza piena del modo in cui si consuma può dar vita ad una conoscenza piena del modo in cui si può risparmiare.

Non solo energie alternative

Il mese di luglio ha dato una forte lezione a quanti hanno investito nel fotovoltaico per le proprie abitazioni. Sebbene il periodo suggerisca l’idea di sole e giornate lunghe, ottimali per un’ampia produzione in grado di sostenere le attività casalinghe, la realtà è stata ben differente e sarà pagata dagli italiani fin dalla prossima bolletta. L’eccessivo calore dell’estate in corso, infatti, ha originato una situazione dalle molteplici conseguenze:

  1. il forte caldo ha consigliato l’adozione di strumenti di raffrescamento, i cui consumi sono spesso ignorati, la cui efficienza spesso e volentieri non è favorita dalla scarsa manutenzione, ed il cui costo finale di utilizzo si abbatterà presto sui conti degli italiani;
  2. il forte caldo genera un abbassamento dell’efficienza dei pannelli fotovoltaici (anche oltre il 10% della produzione in meno – dati Avvenia) a causa del surriscaldamento delle componenti: il fenomeno è noto e sposta i periodi di massima efficienza tra la primavera e l’autunno, creando invece problemi;
  3. il forte caldo e la molta umidità hanno creato per molti giorni un effetto di appannamento dell’atmosfera, quando non una piena copertura nebulosa del cielo, filtrando i raggi solari fino ad abbatterne il potenziale sui pannelli fotovoltaici delle abitazioni.

Chi sperava che il sole avrebbe prodotto in autonomia l’energia per compensare i consumi del condizionatore sta per imbattere in una forte delusione, insomma: la realtà è stata differente ed ha dimostrato (in modo, questa volta si, “efficace”) che scommettere sulle rinnovabili rappresenta una visione parziale ed incompleta della realtà.

Tagliare i costi

Laddove l’energia è una risorsa scarsa ed onerosa, l’impegno deve andare sempre in due direzioni per ottimizzare i risultati: l’ottimizzazione dei costi da una parte e la riduzione dei consumi dall’altra. La riduzione dei costi deriva da un attenta scelta dell’operatore, nonché da una precisa osservazione delle proprie abitudini di consumo. Il kWh ha infatti peso specifico differente in bolletta in base all’orario in cui avviene ed in base all’operatore selezionato per la propria fornitura.

Conoscere le proprie abitudini, adeguarle alle regole del mercato e selezionando il miglior profilo dell’offerta può pesare in modo sostanziale sulla bolletta mensile e sul proprio bilancio annuale: ignorare il modo in cui si consuma energia ed evitare di conoscerne le conseguenza è invece un approccio cieco e dalle gravi conseguenze, sia personali che di ricaduta collettiva: la sostenibilità è e rimane un obiettivo comune, che può essere perseguito soltanto a seguito della collaborazione (e dalla formazione culturale) dei singoli.

Monitorare i consumi

Ottimizzare i consumi energetici ai fini di una migliore efficienza è anzitutto questione di consapevolezza. Per gestire al meglio i consumi della propria abitazione, infatti, occorre conoscere e capire: avere sotto gli occhi il quadro complessivo dei consumi originati dall’attivazione dei singoli elettrodomestici è quanto di più educativo possa esserci ai fini dell’efficientamento, poiché significa creare consapevolezza da parte del consumatore.

Accendere la lavatrice ha un costo. Così come accendere una lampadina. Ma un lavaggio a bassa temperatura e una lampadina al led possono tagliare pesantemente i consumi. Questo differenziale, però, è invisibile ed intangibile, tanto che nemmeno bollette più o meno elevate consentono di apprendere davvero quale possa essere l’origine di un costo più alto della media. La consapevolezza è un’arma potente, invece: vedere con i propri occhi il picco dei consumi durante l’accensione di un elettrodomestico, oppure misurare dal vivo il consumo di una casa in orario notturno (quando tutte le fonti principali di consumo sono spente), significa toccare con mano un argomento che scotta. E bruciarsi è semplice.

Monitorare i consumi costituisce gran parte del percorso verso la riduzione degli stessi: atteggiamenti più consapevoli, uso di elettrodomestici di maggior efficienza, sostituzione di lampadine di vecchia data e altri provvedimenti similari rappresentano una maturazione del consumatore che si riflette direttamente sulla bolletta.

Meno consumi, più risparmio

Tagliare i consumi significa risparmiare in modo più che proporzionale al taglio conseguito. Il motivo lo si può leggere direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica. Il costo del kWh, infatti, deriva da una serie di componenti che si sommano fino a determinare il costo finale dovuto all’operatore. La parte principale del costo del singolo kWh dipende direttamente dal numero complessivo dei kWh consumati: a mano a mano che i consumi crescono, infatti, aumenta il costo del singolo kWh sulla base di fasce di prezzo predeterminate. Il costo di questa componente può arrivare anche a raddoppiare, vanificando ogni strategia volta a limare soltanto una piccola parte dei consumi maturati nel tempo.

Quando si conoscono le fonti principali dei propri consumi e si riesce a mettere in campo una strategia di risparmio solida e strutturata, la conseguenza è che all’abbassarsi lineare dei kilowattora corrisponde un abbassamento esponenziale degli euro spesi. La conoscenza di questa logica è una molla determinante all’educazione dei consumatori: il monitoraggio è propedeutico alla conoscenza e la conoscenza è essenziale ai fini della composizione di una strategia intelligente di consumo.

Costa meno far girare due volte una lavatrice semivuota in orario notturno o una volta sola la lavatrice piena in orario diurno? Chi sa rispondere con senno e certezza a questa domanda ha già gran parte degli ingredienti necessari ad una organizzazione logica dei propri consumi. Chi non sa rispondere ha invece molta strada da fare. E ad entrambi manca ancora una componente: uno strumento per il monitoraggio chiaro e leggibile del modo in cui l’energia viene assorbita dalla propria abitazione.

My Energy Meter

My Energy Meter (MEM) è un sistema di smart metering ideato da Acotel Group e distribuito in Italia tramite una collaborazione siglata con eni. Consta in una piccola scatoletta da collegare al contatore, la quale raccoglie i dati della corrente veicolata verso l’abitazione e ne consente il pieno tracciamento: «Tramite un’interfaccia semplice e intuitiva puoi scoprire quanta energia consumi in ogni istante, giorno dopo giorno […] In questo modo sarà semplice individuare gli sprechi, migliorare le abitudini di consumo e ottenere un maggior risparmio in bolletta».

Il dispositivo, che attinge nella domotica con una soluzione semplice e intelligente, consente di conoscere:

  • Consumi istantanei elevati, così da avere piena visione della situazione in ogni momento;
  • Assenza di consumi, ricevendo un allarme in caso di disconnessione dalla rete;
  • Consumi medi elevati, favorendo un’educazione continua all’osservanza delle soglie;

I dati raccolti dal contatore vengono inviati (senza reti Wifi necessarie né costi di traffico GSM) ad una applicazione che, tramite desktop, smartphone o tablet, giungono riordinati e interpretati sotto gli occhi del consumatore. L’applicazione è disponibile sia su App Store che su Google Play. Tramite tabelle e confronti è possibile così prendere piena conoscenza della situazione: capire quali elettrodomestici consumano più del previsto, quali azioni hanno costi importanti sulla bolletta, quali abitudini possono essere sacrificate sull’altare del risparmio, eccetera.

L’accordo con eni consente inoltre un passaggio ulteriore: l’utente può ricevere un consiglio calibrato sulle abitudini di consumo evidenziatesi nel tempo, potendo così optare per il profilo tariffario migliore sulla base di dati oggettivi derivanti dal monitoraggio sul campo. Alle opportunità di risparmio grazie al taglio dei consumi, insomma, si aggiunge anche una opportunità di risparmio legata alle tariffe applicate. Il risultati finale è quello di un utente più informato, in grado di consumare meno kWh, con questi ultimi che avranno un costo specifico minore. Gli utenti eni MyEnergy possono accedere al dispositivo con un costo minimo (9 euro) ed un monitoraggio continuo gratuito per 2 anni.

Il risparmio è una somma di circostanze, tutte derivate dalla conoscenza. Ma del resto che l’ignoranza sia sempre un costo era cosa nota: ignorare significa subire, conoscere significa agire.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti