Windows 10 è un pericolo per la privacy?

Nuove accuse contro Windows 10: il sistema operativo invierebbe dati personali ai server Microsoft e l'elenco dei contenuti P2P presenti sul disco.
Nuove accuse contro Windows 10: il sistema operativo invierebbe dati personali ai server Microsoft e l'elenco dei contenuti P2P presenti sul disco.

Windows 10 sembrava un sistema operativo perfetto, finché qualcuno ha scoperto una modifica alle condizioni d’uso dei servizi, in base alle quali Microsoft potrebbe effettuare la scansione del computer alla ricerca di eventuali giochi pirata. Il livello di paranoia ha raggiunto il massimo nel weekend, quando i gestori di alcuni tracker BitTorrent hanno iniziato a bandire il sistema operativo, mentre uno studio legale russo ha depositato una denuncia per violazione della privacy.

Per la verità, Microsoft non ha fatto molto per evitare incomprensioni e dubbi su alcune funzionalità di Windows 10. Come per Windows 8.1, anche per il nuovo sistema operativo esistono due tipi di impostazioni (Express e Custom) durante la procedura di installazione. Solo nel secondo caso, l’utente può scegliere le informazioni da inviare a Microsoft. Le stesse opzioni (e altre) sono disponibili nella sezione Privacy delle Impostazioni. Nonostante ciò, il tracker privato ITS ha dichiarato off-limits Windows 10 perché non solo invierebbe i contenuti del disco ai server Microsoft, ma anche perché condividerebbe i dati con MarkMonitor, un’azienda che combatte la pirateria informatica.

Altri tracker potrebbero seguire la stessa strada, impedendo l’accesso al sito agli utenti che usano Windows 10. Al momento, però, non c’è nessuna prova che Microsoft sfrutti il sistema operativo come “software spia“. Inoltre, non è detto che venga realmente effettuata la ricerca di contenuti pirata sul disco locale. Forse l’errore commesso dall’azienda di Redmond è attivare automaticamente le varie impostazioni relative alla privacy (opt-out), invece di consentire la scelta agli utenti (opt-in).

Uno studio legale russo ha addirittura chiesto l’avvio di un’indagine per verificare il rispetto delle leggi sulla privacy. Secondo gli avvocati, Windows 10 raccoglie password, cronologia del browser, calendari, posizione geografica e registrazioni vocali, senza il consenso dell’utente. Microsoft ha respinto le accuse, affermando che gli utenti possono scegliere come gestire i dati e cambiare le impostazioni.

Gli utenti più paranoici possono utilizzare questa guida per disattivare le varie opzioni o questo tool per bloccare l’invio di dati. Ciò significa ovviamente non sfruttare alcune funzionalità avanzate, come Cortana.

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