I limiti di Apple Music secondo Eric Schmidt

In occasione di un intervento per BBC, Eric Schmidt parla di Apple Music, svelando qualche dubbio sull'approccio umano della piattaforma musicale.
In occasione di un intervento per BBC, Eric Schmidt parla di Apple Music, svelando qualche dubbio sull'approccio umano della piattaforma musicale.

Apple Music, la piattaforma musicale di Apple lanciata lo scorso 30 giugno, procede nel suo percorso di affermazione sul mercato dello streaming, tra giudizi carichi d’entusiasmo e altri più dubbiosi. In questo secondo gruppo di inserisce anche Eric Schmidt, a capo della neonata Alphabet di Google, il quale ha voluto esprimere il proprio giudizio sull’esperimento di Cupertino a margine di un intervento per la BBC, dove ha parlato principalmente di intelligenza artificiale. Il dirigente non appare del tutto convinto da alcune feature di punta del rivale californiano, in particolare sulla scelta di lasciare molto spazio alla definizione “umana” di playlist e consigli d’ascolto.

Secondo Schmidt, i consigli musicali e le playlist elaborate da esperti di settore rappresenterebbero il passato, una scelta “di un decennio fa”. Inoltre, così facendo Apple Music rischierebbe di apparire elitaria nella sua impostazione:

Un decennio fa, per lanciare un servizio di musica digitale si sarebbe probabilmente dovuta arruolare una manciata di tastemaker d’elite, per scegliere la migliore musica del momento. Oggi è meglio costruire un sistema intelligente che possa apprendere dal mondo reale – quel che davvero gli ascoltatori probabilmente gradiranno – affinché ti aiuti a predire dove possa essere la prossima Adele.

Al lancio di Apple Music, la società di Cupertino ha già ampiamente spiegato perché ha preferito un approccio “umano”, anziché unicamente algoritmico, alla base della piattaforma di streaming. Per quanto avanzati possano essere gli algoritmi, infatti, la possibilità d’errore rimane molto elevata, anche perché i sistemi automatizzati faticano a distinguere fra generi fra loro simili e troppo dipendono da codifiche e standardizzazioni, lontane dal versante emotivo ed emozionale dell’ascolto.

Schmidt, tuttavia, spiega come le due componenti debbano mescolarsi senza una precisa predominanza, in modo uniforme, così come avviene per Google Play Music. Il servizio musicale di Big G, infatti, lo scorso giugno ha aggiunto una stazione musicale dove le tracce proposte sono curate da personale in carne e ossa.

Non si può far tutto dal punto di vista umano e non si può far tutto con gli algoritmi. Abbiamo quello che crediamo sia il meglio di entrambi. […] Il nostro team di esperti, incluse le persone che hanno creato Songza, modellano ogni stazione canzone per canzone, affinché tu non debba farlo. Se stai cercando qualcosa di specifico, puoi navigare per le nostre stazioni per genere, umore, decade o attività, oppure cercare il tuo artista preferito, l’album o la canzone, per creare una stazione dalla musica simile.

Al momento, Apple non ha risposto ufficialmente all’intervista.

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