Volkswagen: i veicoli "truccati" sono 11 milioni

Lo scandalo è più grande del previsto: in tutto il mondo circolano quasi 11 milioni di veicoli Volkswagen con motori diesel "truccati".
Lo scandalo è più grande del previsto: in tutto il mondo circolano quasi 11 milioni di veicoli Volkswagen con motori diesel "truccati".

L’autorità statunitense per la protezione ambientale ha scoperto che i motori “clean diesel” di Volkswagen non sono molto “clean”. La casa automobilistica di Wolfsburg ha manipolato la centralina di alcuni modelli (Jetta, Golf, Beagle, Passat e Audi A3) prodotti tra il 2009 e il 2015 per superare i controlli sulle emissioni di ossido di azoto. L’azienda tedesca ha ora ammesso che le irregolarità sono presenti in 11 milioni di veicoli venduti in tutto il mondo.

La EPA (Environmental Protection Agency) ha individuato un software, denominato “defeat device”, che attiva il controllo sulle emissioni solo durante i test di laboratorio, riducendo la quantità di ossido di azoto fino al 40%. Questo trucco permette di rispettare la normativa in vigore negli Stati Uniti (Clean Air Act). Oggi, la stessa Volkswagen ha ammesso che il “problema” è molto più diffuso del previsto, in quanto riguarda quasi 11 milioni di automobili che circolano sulle strade di tutto il mondo. Solo per aver usato il software su 482.000 veicoli negli Stati Uniti, il produttore rischia una multa di 18 miliardi di dollari. Altre indagini sono state avviate in Italia, Germania, Francia e Corea del Sud.

Volkswagen ha dichiarato che le discrepanze tra i valori misurati in laboratorio e sulla strada sono stati rilevati nei motori diesel Type EA 189. La casa automobilistica eliminerà queste differenze mediante “misure tecniche”. Ciò comporterà sicuramente il richiamo di un numero enorme di veicoli, necessario per apportare le dovute modifiche alla centralina. Per questo motivo, Volkswagen ha deciso di accantonare 6,5 miliardi di euro e di correggere le stime per il prossimo bilancio trimestrale. I nuovi modelli con motori diesel euro 6, venduti in Europa, rispettano tutte le leggi e gli standard ambientali.

In soli due giorni, il titolo è crollato in Borsa del 38%, perdendo circa 25 miliardi di euro di capitalizzazione. Il CEO Martin Winterkorn ha garantito la massima collaborazione con le autorità, perché «l’azienda non tollera nessuna violazione di legge». Il gruppo informerà costantemente i clienti sull’andamento delle indagini.

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