Google: le prime nomine di Sundar Pichai

Il nuovo CEO di Google, Sundar Pichai, annuncia una riorganizzazione dell'organigramma interno, cambiando i vertici di alcune importanti divisioni.
Il nuovo CEO di Google, Sundar Pichai, annuncia una riorganizzazione dell'organigramma interno, cambiando i vertici di alcune importanti divisioni.

A due mesi di distanza circa dalla promozione a CEO di Google, in seguito alla profonda ristrutturazione societaria che ha portato alla nascita di Alphabet, Sundar Pichai annuncia un’importante riorganizzazione ai vertici per quanto riguarda anche divisioni chiave dell’azienda. Le decisioni sono basate sulla continuità, aumentando l’importanza del ruolo affidato ad alcuni nomi già ben noti nel panorama di ecosistemi e servizi a marchio bigG.

Neal Mohan, già da tempo vicepresidente della divisione Display and Video Advertising, ne diventa il nuovo SVP (senior vice president). Si è unito al gruppo di Mountain View in seguito all’acquisizione di DoubleClick ufficializzata nel 2007. Nel corso degli anni si è occupato con una frequenza sempre maggiore delle inserzioni pubblicitarie video e di quelle relative ai filmati in streaming su YouTube. Hiroshi Lockheimer, in Google a partire dal 2006, è un ingegnere che nel corso degli anni ha saputo stringere una fitta collaborazione direttamente con Pichai. Già responsabile del team Google Products, è stato eletto a SVP del team Android, Chrome OS e Chromecast, una realtà che il nuovo CEO conosce molto da vicino.

Phillip Schindler, invece, ha alle spalle una lunga esperienza come vicepresidente del comparto Ads e a partire da ora assume l’incarico di SVP of Global Sales and Operations. Il CEO ha inoltre promosso alcuni dipendenti al ruolo di VP delle rispettive divisioni. Cambiamenti che proiettano bigG verso una nuova era, pur mantenendo ben salde le proprie radici. Le sfide da affrontare non mancano, soprattutto quelle legate alla crescita della concorrenza nell’ambito pubblicitario, come dimostrano gli importanti investimenti effettuati da realtà come Facebook o Twitter per quanto riguarda il video advertising o il commercio elettronico.

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