Italia a tutto eCommerce

L’acquistato online dai consumatori italiani vale 16,6 miliardi di euro, 2,2 miliardi in più dell'anno scorso: niente strattoni, ma una crescita positiva.
L’acquistato online dai consumatori italiani vale 16,6 miliardi di euro, 2,2 miliardi in più dell'anno scorso: niente strattoni, ma una crescita positiva.

Il Convegno dell’Osservatorio eCommerce B2c, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ha rivelato i dati più aggiornati del commercio elettronico in Italia: numeri incoraggianti che rappresentano anche l’occasione per gli operatori di riflettere sull’attitudine del canale online a supportare le esportazioni, sul processo di interazione azienda-consumatore tramite i dispositivi di nuova generazione (smartphone e tablet) e sulle prospettive di crescita del comparto, ad oggi ancora attorno al 4%.

Il valore dell’eCommerce italiano raggiunge nel 2015 i 16,6 miliardi di euro con un incremento in valore del 16% rispetto al 2014 pari a oltre 2,2 miliardi di euro. Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital, ha spiegato che il paese è ancora lontano dai principali mercati occidentali (Francia, Germania, UK e USA) dove l’eCommerce ha raggiunto livelli di diffusione fino a quattro volte più elevati. La strada per trasformare il commercio elettronico in una reale consuetudine di acquisto? Stando alla ricerca, in Italia i principi base, gamma, prezzo e servizio, fanno ancora la differenza.

Turismo, elettronica, editoria, food

Se social, mobile, multicanalità sono trend, ma sono servizio e convenienza la linfa dell’eCommerce in Italia, si comprende bene quali siano le voci più forti del settore e in che modo lo trainano. Gli acquirenti che effettuano almeno un acquisto online nell’arco di tre mesi rappresentano più del 36% della popolazione internet italiana, con 11,1 milioni di consumatori abituali (che effettuano online almeno un acquisto al mese). Lo scontrino medio è di 89 euro – per fare paragoni: in Svizzera è più di dieci volte superiore – con una ripartizione quasi equivalente tra prodotti e servizi. Nell’ambito di questi ultimi c’è il sostegno all’export, ad esempio il turismo, con 7.762 milioni di euro, arriva a valere il 47% del mercato eCommerce B2c italiano, le assicurazioni, con 1.235 milioni di euro, il 7,5%, e gli altri servizi (ticketing per eventi, ricariche telefoniche, ecc.), con 893 milioni di euro, il 5,5%. Tra i comparti di prodotto spiccano invece l’informatica ed elettronica, che, con 2.212 milioni, vale il 13% del mercato e l’abbigliamento che, con 1.512 milioni di euro, pesa per il 9%. Si trovano poi l’editoria (4% del mercato, pari a 593 milioni di euro), il food&grocery (2% del mercato, pari a 377 milioni di euro), l’arredamento e home living (2% del mercato, pari a 370 milioni di euro) e il beauty (1% del mercato, pari a 190 milioni di euro). Le altre categorie di prodotto e il c2c (consumer to consumer) pesano per il 9%.

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Riccardo Mangiaracina, diirettore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm terrà oggi su Twitter una chat sui dati di #OEC15:

Il mercato eCommerce B2c resta ancora sbilanciato sui servizi che valgono il 60% dell’acquistato online da consumatori italiani. Tuttavia l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+21%) rispetto all’acquisto di servizi (+12%) e così il paniere italiano si sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali. Nel 2015 è importante anche l’apporto di Food&Grocery, Arredamento e Home living e Beauty che insieme contribuiscono alla crescita complessiva per quasi 200 milioni di euro. Gli acquirenti italiani acquistano online anche quelle categorie merceologiche, come alimentari o oggetti d’arredamento, fino a qualche tempo fa quasi assenti sul web.

Mobile commerce

Sul mobile commerce si è scritto tanto, si conosce anche il ruolo fondamentale in Italia per la crescita del comparto, essendo gli italiani particolarmente legati all’uso dello smartphone ma contestualmente poco propensi all’uso della moneta elettronica, perciò nell’esperienza d’acquisto del consumatore i dispositivi giocano un ruolo sempre più rilevante, sia per il volume che aumenta del 64% e supera quest’anno il valore di 1,7 miliardi di euro, cioè un decimo di tutto l’eCommerce italiano che diventa un quinto se si aggiungono i tablet, sia per la facilitazione dei processi. Roberto Liscia, presidente di Netcomm Italia, crede comunque nella multicanalità e nella reciprocità tra offline e online:

Il consumatore online si sta evolvendo in un acquirente multicanale alla ricerca di un unicum nel quale trovare coerenza e continuità. Secondo i dati del Net Retail, 8,5 milioni di individui lo scorso anno hanno cercato informazioni online mentre osservavano un prodotto in un negozio. Al tempo stesso si osserva anche la dinamica opposta, il fenomeno dello showrooming: 13,6 milioni di consumatori cercano oggi in un negozio un prodotto già visto online nel mese precedente.

Gli italiani faranno quasi 250 milioni di acquisti online nel 2015. In sintesi alcuni dati della ricerca "Net retail" realizzata da Human Highway per il Consorzio Netcomm. Si notano le conferme delle tradizionali caratteristiche dell'eCommerce italiano: cresce la platea dei servizi turistici, i beni fisici rappresentano la quota maggiore, i touch point online e fisici sostengono il canale commerciale in modo reciproco, ma pochi brand riescono riescono a dominare interi settori, proprio grazie alla capacità di i punti vendita come luoghi di acquisto online, oppure perché ben orientati sulle esigenze dell’acquirente digitale in particolare sul percorso di acquisto.

Gli italiani faranno quasi 250 milioni di acquisti online nel 2015. In sintesi alcuni dati della ricerca “Net retail” realizzata da Human Highway per il Consorzio Netcomm. Si notano le conferme delle tradizionali caratteristiche dell’eCommerce italiano: cresce la platea dei servizi turistici, i beni fisici rappresentano la quota maggiore, i touch point online e fisici sostengono il canale commerciale in modo reciproco, ma pochi brand riescono riescono a dominare interi settori, proprio grazie alla capacità di i punti vendita come luoghi di acquisto online, oppure perché ben orientati sulle esigenze dell’acquirente digitale in particolare sul percorso di acquisto.

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